"Un bilancio quasi da 1 miliardo e
900 milioni di euro, ma la Regione autonoma Valle d'Aosta non ha
la disponibilità di 10.000 euro per finanziare le urgenti
iniziative contro le discriminazioni e le violenze determinate
dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere". E' la
denuncia della coalizione politica Valle d'Aosta aperta.
"Il provvedimento legislativo - si legge in una nota - si
fermò nei cassetti del Consiglio regionale già nella precedente
legislatura, subito dopo il deposito dell'allora Consigliera di
Adu Vda Daria Pulz, in collaborazione con le associazioni della
società civile e con il parere favorevole unanime del Cpel, per
via dei quattro avvisi di garanzia che fecero cadere il governo
regionale. Il testo era poi stato ripresentato, durante la
legislatura in corso, dalla consigliera Erika Guichardaz di
Valle d'Aosta Aperta sempre allo scopo di creare sensibilità
nell'opinione pubblica, in particolare presso i giovani, in
vista dell'accoglienza dell'unicità di ciascuna persona".
Nonostante "fatti di cronaca, notizie di insulti e
aggressioni che avvengono in vari contesti ci raccontano di un
clima difficile e ostile per le persone omosessuali, bisessuali
e transessuali", scrive Vda aperta, "il governo regionale nega
il finanziamento, già assai limitato, per una legge che da oltre
cinque anni attende di essere sottoposta all'iter della quinta
Commissione consiliare, da tempo presieduta da Andrea Padovani e
Antonino Malacrinò del Pd. Un emendamento sarà quindi presentato
durante il Consiglio finalizzato all'approvazione del Bilancio
regionale. Chissà se finalmente usciranno 10.000 euro per
tutelare, attraverso una nuova legge, i diritti civili delle
cittadine e dei cittadini valdostani".
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