"Sulla tassa di soggiorno regnano la
confusione e la complicazione". A lanciare l'accusa è Valle
d'Aosta Aperta sottolineando che "ancora una volta,
l'amministrazione non solo non ha permesso una semplificazione,
ma addirittura ha prodotto un aumento di burocrazia".
Poi nella nota si spiega: "Entro il 31 gennaio gli host
valdostani sono tenuti a versare l'imposta di soggiorno prevista
per le locazioni riferite al 2024, ma, ancora una volta, si è
voluto complicare la vita a chi gestisce affitti brevi, ben
sapendo che si tratta di persone che non lo fanno per
professione. Nel panorama regionale ci sono dei Comuni che hanno
inviato una mail con le indicazioni, altri che hanno rimandato
ad un portale di gestione, altri che sul proprio sito hanno
messo semplicemente il link del Celva dove trovare il modello
Fines da compilare, altri ancora che hanno invitato gli host a
compilare il modello Fines e poi consegnarlo in Comune. Stessa
confusione sui pagamenti dove ricorrere al portale pago Pa o
all' F24. Come se non bastasse, nelle faq pubblicate
dall'assessorato al turismo, viene riportata erroneamente ancora
la data del 31 marzo 2025 per il pagamento dell'imposta di
soggiorno".
"Insomma - sostiene Vda Aperta - una situazione molto variegata
che non tiene conto dell'eterogeneità dei locatari/e e delle
difficoltà legate alle diverse incombenze burocratiche e quindi
è normale che regni confusione. In tutta questa confusione non
si comprende poi per quale motivo l'assessorato al turismo non
abbia previsto nulla per supportare i proprietari e perché la
piattaforma online 'locazioni turistiche' predisposta da Inva
non possa quantomeno elaborare un riepilogo relativo alla tassa
di soggiorno al fine di agevolare le operazioni in fase di
dichiarazione e versamento".
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