Il Consiglio regionale della Valle
d'Aosta ha approvato il Programma di sviluppo rurale 2014-2020.
Il provvedimento ha avuto 19 voti a favore (uv, Stella alpina e
Pd), 12 astensioni (Uvp e Alpe) e due contrari (M5S). Il Piano,
mette a disposizione 138 milioni e 706.000 euro, di cui il 43% a
carico dell'Unione europea, il 40% dello Stato e il 17% della
Regione.
"Queste risorse - ha detto l'assessore all'agricoltura, Renzo
Testolin - andranno a rispondere ai bisogni della nostra
agricoltura e del territorio tenendo conto dei tre obiettivi
stabiliti dall'Unione europea: l'incremento della competitività
dei settori agricolo forestale e agroalimentare, lo sviluppo più
equilibrato dal punto di vista della distribuzione territoriale
e più sostenibile dal punto di vista ambientale, la crescita
economica e sociale delle zone rurali regionali".
E' prevista l'attivazione di 13 misure, divise in tre grandi
comparti: le misure a superficie, le misure di investimento e
quelle destinate al miglioramento e alla creazione di strategie
e di interventi in ambito locale. "Il Piano - ha aggiunto
Testolin - offre la potenziale opportunità per le oltre 3500
agricole valdostane di aderire alle misure a superficie".
Fabrizio Roscio (Alpe) ha sottolineato che "le risorse
destinate dall'Assessorato all'agricoltura al Psr sono davvero
risicate rispetto ad altri Assessorati; le peculiarità
valdostane sono diverse dalle aziende di pianura, per ovviare
sarebbe opportuno un intervento regionale, che invece manca. Per
il settore agricolo la decrescita è stata del 90% (nel 2010
erano stati stanziati 77 milioni di euro, meno di 34 milioni nel
2013 e 7.5 milioni nel 2016)". Alessandro Nogara (Uvp) ha
rivolto l'attenzione al "rischio di spopolamento della montagna
per il venir meno dei servizi e degli aiuti in agricoltura, con
le conseguenti negative ricadute a livello di protezione del
territorio oltre che a livello sociale". Secondo Albert Chatrian
(Alpe) "il Psr è l'unico strumento che la maggioranza regionale
ha deciso di utilizzare per supportare l'agricoltura valdostana,
a fronte, però, di una situazione drammatica, con poche giovani
leve che intraprendono questo mestiere. La scelta politica è
stata di mettere solo 3 milioni di euro all'anno per il Psr,
malgrado un bilancio che, pur ridotto, presenta ancora 1.000
milioni di euro". Pierluigi Marquis (Stella alpina) ha poi
osservato che "il quadro è mutato e bisogna guardare ad una
nuova competitività del settore in un contesto caratterizzato
dalla riduzione delle risorse disponibili, in questo senso
occorre valorizzare le produzioni e innovarle potenziando anche
l'attività formativa". Richiamando i numerosi contributi che
negli anni scorsi venivano erogati nell'ambito agricolo
valdostano, Stefano Ferrero (M5S) ha evidenziato che "non è
possibile togliere da un giorno all'altro l'asse portante su cui
si è fondata un'economia: in questo Psr avrebbero dovuto essere
centrali i concetti della formazione e della qualità, pilastri
del rilancio".
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