"Alla luce della sentenza appaiono
ancora più gravi, scandalose ed imperdonabili le vicinanze e gli
intrecci della politica con i capi clan della 'locale', noti
pregiudicati". E' il commento del consigliere regionale Alberto
Bertin (Rete civica) alla condanna, da parte del gup di Torino,
dei 12 imputati nel processo con rito abbreviato scaturito
dall'inchiesta Geenna sulla 'ndrangheta in Valle d'Aosta.
"E non si può dire - scrive Bertin su Facebook - che non si
sapesse chi fossero, per anni ne ho parlato pubblicamente anche
in consiglio regionale, alla presenza di molti di quei politici.
Non è stato un fulmine a ciel sereno (citando qualcuno). Che
questa sentenza serva a prender ulteriormente consapevolezza
della gravità della situazione, ad alzare un muro nei confronti
della 'ndrangheta e di certi comportamenti".
"Con la sentenza di oggi - afferma il consigliere regionale -
per la prima volta viene accertata giudiziariamente l'esistenza
di una 'locale' 'di 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Una struttura
organizzata e autonoma della 'ndrangheta di pertinenza regionale
con un assetto stabile, delle funzioni, un organigramma
eccetera. Insomma, una rappresentanza ufficiale della
'ndrangheta in Vda (si dice che la 'ndrangheta funzioni come il
franchising). Un fatto estremamente rilevante e non soltanto sul
piano giudiziario, che evidenzia ulteriormente oltre alla
presenza, conosciuta da tempo da chi voleva vedere, anche il
radicamento sul territorio".
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