Il Consiglio Valle ha respinto una
mozione del gruppo Progetto civico progressista che voleva
"impegnare la Regione ad attivarsi, anche attraverso i
Parlamentari valdostani, presso il Governo nazionale e il
Parlamento per chiedere lo stralcio del disegno di legge che
contiene disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di
tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e
di ordinamento penitenziario". La proposta è stata bocciata con
9 voti contrari, 22 astensioni e 2 voti a favore.
"Nel decreto legge compaiono 13 nuove fattispecie di reato e
varie aggravanti - ha evidenziato Erika Guichardaz (Pcp) - tra
cui la reclusione per il blocco stradale o ferroviario. Si
prevede anche il carcere per le donne incinte, madri con
neonati. La resistenza a pubblico ufficiale prevede
un'aggravante se il fatto è commesso per impedire la
realizzazione di un'opera pubblica, come ad esempio il ponte
sullo Stretto o il Tav Torino-Lione. Gli agenti di pubblica
sicurezza sono autorizzati a portare senza licenza alcuni tipi
di armi da fuoco quando non sono in servizio. Per i negozianti
che vendono schede Sim senza procedere all'identificazione dei
clienti è prevista la chiusura dell'esercizio da 5 a 30 giorni.
Un decreto che condiziona pesantemente diritti costituzionali,
come quello di manifestare e numerose altre questioni sociali
che il Governo nazionale ha deciso di gestire nella maniera più
illiberale possibile". Per Aurelio Marguerettaz (Uv)
"l'impegnativa è irricevibile: come si può chiedere lo stralcio
di un intero disegno di legge? Sarebbe stato necessario chiarire
quali parti del testo si vogliono stralciare oppure chiedere il
voto contrario ai parlamentari valdostani cosa che, per altro,
il nostro Deputato ha già fatto, poiché l'iter di approvazione è
in corso".
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