Il Consiglio Valle ha approvato (21
voti a favore, sei contrari e tre astensioni) una mozione del
gruppo Progetto civico progressista - modificata in accordo con
il Presidente della Regione - che impegna l'Assemblea "ad
attivarsi, anche attraverso i parlamentari valdostani, presso il
Governo nazionale e il Parlamento per sostenere una riforma
della legge sulla cittadinanza che includa il principio dello
'Ius Scholae', riconoscendo il diritto alla cittadinanza ai
minori stranieri nati o arrivati in Italia in giovane età che
abbiano completato un ciclo scolastico di cinque anni nel nostro
Paese".
"In Italia vige il principio dello 'Ius Sanguinis' - ha spiegato
Erika Guichardaz (Pcp) -che conferisce la cittadinanza per
discendenza diretta da genitori italiani. Quindi un bambino nato
in Italia da genitori stranieri non acquisisce automaticamente
la cittadinanza, ma può richiederla solo al compimento del 18/o
anno di età e a condizioni specifiche. La mancanza di
cittadinanza può ostacolare le opportunità educative e
lavorative dei giovani non italiani, nonostante la loro
formazione e integrazione nella società italiana". Paolo Cretier
(fp-Pd) ha aggiunto: "Qui non si parla di soggetti irregolari e
violenti, ma di coloro che vivono e lavorano in Italia da tempo.
Lo 'Ius Scholae' permetterebbe ai regolari di fare una scelta
seria, di godere di diritti e doveri, di integrarsi seguendo un
percorso di studi che getta le basi per un progressivo sviluppo
di conoscenze della cultura italiana. Dare la possibilità di
fare un percorso di istruzione è un atto di civiltà e potrebbe
anche favorire in prospettiva quel necessario sviluppo di
manodopera richiesto dalle imprese e dalle associazioni di
categoria".
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