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Discriminazioni di genere, respinta una proposta di legge

Discriminazioni di genere, respinta una proposta di legge

Presentata da Progetto civico progressista

AOSTA, 27 marzo 2025, 18:54

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Consiglio Valle ha respinto una proposta di legge che contiene disposizioni contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere.

Il provvedimento è stato presentato da Progetto civico progressista.

Nove i voti contrari, 24 le astensioni e due i voti a favore.
    L'iniziativa legislativa - si legge in una nota - intendeva dotare la Regione di strumenti per contrastare atti e comportamenti discriminatori negli ambiti del lavoro, della scuola e dello sport, prevedendo specifici progetti di formazione, la promozione di eventi culturali, gli interventi di sostegno alle vittime, l'attivazione di uno sportello di ascolto.
    "Questa proposta - ha detto Erika Guichardaz (Pcp) - arriva in Aula dopo un travaglio di oltre sei anni. Una legge regionale contro l'omobitransfobia è già presente in altre dieci Regioni ed è necessaria non solo per dare un segnale di civiltà, ma per colmare un vuoto legislativo nazionale e per iniziare a rispettare veramente l'articolo 3 della nostra Costituzione.
    Purtroppo i fenomeni e le violenze omobitransfobiche crescono per numero e intensità, in tutta Italia, ma le denunce sono poche, ed è per questo che i numeri ufficiali riflettono solo marginalmente un problema strutturale della nostra società contemporanea".
    Per Andrea Manfrin (Lega Vda) "i dati sulla Valle d'Aosta evidenziano che non vi sono episodi di aggressione o violenza, eppure si tratta il tema come fosse una emergenza. Nonostante questo, la norma prevede una serie di iniziative per contrastare la violenza di genere che coinvolgono prima di tutto la scuola e tanti altri ambiti della società civile. Gli attori sono i soliti operatori, le note cooperative che spesso fanno politica nascondendosi dietro una mission sociale". Secondo Andrea Padovani (Fp-Pd) "il tema è di grande rilevanza politica nel nostro Paese, visti anche i numerosi episodi di violenza sulla comunità Queer. Il contact center che si occupa di anti omotransfobia rileva che i fenomeni di discriminazione e odio sono cresciuti del 34% e impattano in maniera sistemica su fasce di popolazione esposte a molteplici fattori di esclusione e marginalità. Sono colpiti molti giovani e adolescenti che a causa della loro identità di genere hanno subìto violenze in famiglia ma anche bullismo e violenze online. Così avviene anche sul posto di lavoro e in ambito sanitario. Sono situazioni preoccupanti che ci sollecitano a intervenire con una norma che garantisca sicurezza e maggiori tutele alla comunità Queer. E' in corso di revisione la legge 4/2013 sulla prevenzione e contrasto alle violenze di genere che, dopo 12 anni, necessitava di un aggiornamento sostanziale e che conterrà anche disposizioni specifiche contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale, in modo da costruire una nuova normativa quadro che possa garantire un intervento più efficace".
    "Questa differenziazione di genere - ha dichiarato Mauro Baccega (Forza Italia) - è per noi fortemente ideologica.
    Entrando nel merito della proposta, ci sono due articoli in particolare che ci lasciano perplessi. Il primo riguarda lo sport: un mondo dove c'è una comunanza e un'attenzione degli uni verso gli altri. Il secondo è la formazione degli operatori sanitari: in queste figure è insita nel loro Dna la volontà di non discriminare. Siamo quindi fortemente lontani da questa iniziativa legislativa".
    Infine l'assessore alle politiche sociali, Carlo Marzi: "Sicuramente questa proposta di legge, seppur riduttiva e parziale, è stata da stimolo all'azione dell'Amministrazione che sta già lavorando sul riordino della legge regionale 4/2013 con un approccio complessivo e multidisciplinare applicabile e più completo. È infatti in corso un articolato processo di revisione che si concluderà con l'avvio dell'estate. Si tratta di un percorso partecipato con il supporto dell'Istituto di ricerca di Milano che porta con sé 50 anni di esperienza nell'ambito sociale e il coinvolgimento di enti, soggetti e attori sul territorio".
   

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