(di Manuela Tulli)
Il Papa vuole rivedere
le regole del conclave: è la notizia rimbalzata su alcuni siti
tradizionalisti come Messainlatino, The Pillar, The Remnant.
Secondo quanto riportano questi blog, alcuni dei quali molto
vicini ai cattolici conservatori americani, il Papa starebbe
studiando una riforma della Universi Dominici gregis, la
costituzione apostolica di Giovanni Paolo II del 1996, con il
cardinale Gianfranco Ghirlanda, canonista. Si parla anche della
partecipazione dei laici (e tra questi delle donne) alla scelta
del nuovo Papa.
"Non risulta che la notizia abbia fondamento", commentano
dalla sala stampa vaticana.
Le novità principali riguarderebbero le Congregazioni
generali, le riunioni di confronto che precedono il Conclave,
che dovrebbero essere condotte non con tanti interventi alla
platea, come si è fatto nel passato, ma con lo stile dei piccoli
gruppi di lavoro, come è avvenuto nell'ultimo Sinodo. Dalle
Congregazioni generali verrebbero esclusi i cardinali
ultraottantenni.
Quanto al conclave vero e proprio, "i cardinali elettori, la
maggioranza dei quali, tra l'altro, scelti da Papa Francesco,
esprimerebbero solo il settantacinque per cento dei voti, mentre
il restante venticinque per cento sarebbe composto da laici
(donne comprese), e religiosi nominati da Papa Francesco stesso
prima che la Sede Apostolica diventi vacante", riferisce il blog
conservatore Messainlatino.
Come era immaginabile, anche se dal Vaticano è arrivata la
precisazione che si tratta di ipotesi "senza fondamento", la
notizia ha scatenato il dibattito in rete. Cambiare le modalità
del conclave è infatti come scardinare una tradizione
millenaria.
Nel dibattito sui social interviene anche lo storico Alberto
Melloni: "Il cardinalato è stato conferito molte volte a laici e
non c'è nulla che impedisca al Papa di darlo alle battezzate: ma
il problema del Conclave è l'opposto. Non l'elezione del Ceo di
una global company ma di un vescovo di Roma scelto con tempo e
saggezza". Ed infatti, anche se ci sono delle votazioni, si dice
che la scelta del Pontefice sia guidata dallo Spirito Santo.
A proposito del conclave è da ricordare che per essere eletto
Papa, in teoria, non è necessario essere un cardinale e neanche
un vescovo. Basta essere un maschio battezzato e celibe. "Se
l'eletto fosse privo del carattere episcopale, sia
immediatamente ordinato vescovo", si legge nel codice di diritto
canonico.
Questo attiene al diritto passivo; quanto invece al diritto
attivo, ovvero quello che spetta a chi elegge, le regole del
conclave, che sembrano immutabili anche per la liturgia e la
solennità che le accompagnano, in realtà sono cambiate decine di
volte. Nei primi secoli, anzi, non era strano che un Papa
indicasse il suo successore (come si dice abbia fatto San
Pietro), ma non sempre la sua indicazione fu seguita.
Pensiamo anche all'idea stessa di conclave, ovvero 'cum
clave', con i cardinali chiusi nella Sistina e poi costretti a
dormire sul posto fino all'elezione, in sistemazioni alla buona
nel Palazzo apostolico. Dal 2005 invece votano e poi vanno a
dormire più comodamente nell'albergo di Santa Marta, l'attuale
residenza di Papa Francesco.
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