La situazione ad Aleppo
è abbastanza calma ma "la gente continua ad essere impaurita e
la fame è diventata un pericolo reale. I prezzi dei viveri sono
alle stelle". "La nostra chiesa è diventata un punto di
distribuzione ma l'aumento del numero delle persone che chiedono
cibo ci mette in difficoltà per i limiti delle nostre
possibilità e ci dispiace molto il fatto di non poter saziare
tutti… le priorità al momento sono i bambini e gli anziani". Lo
riferisce oggi all'ANSA fra Bahjat Karakash, francescano della
Custodia di Terra Santa e responsabile del convento di Aleppo.
"La corrente elettrica torna a mancare per lunghe ore; ma
oggi è tornata la disponibilità della benzina. Ovviamente per
chi ha soldi in tasca, perché un litro costa quasi un decimo di
un salario medio", racconta il francescano.
Tra le file delle persone in difficoltà ci sono "gli
impiegati pubblici che a fine novembre non hanno potuto ricevere
i loro salari, e adesso devono arrangiarsi fino a quando si
risolverà il problema del loro impiego".
Le forze che stanno occupando Aleppo "mandano messaggi di
tolleranza e civiltà, istituiscono commissioni di sicurezza, si
rendono disponibili ad ogni richiesta". Ma questo non basta alla
gente che ha paura di ritornare alla guerra civile. "Alcuni
continuano a chiedere che cosa sia giusto fare? Partire o
restare? E se il fuoco della battaglia dovesse riaccendersi
presto nella città? E se dovessero esserci bombardamenti sui
civili? E se la tolleranza mostrata oggi dovesse tramutarsi
domani in leggi discriminatorie?". Per padre Bahjat "sono tutte
domande legittime alle quali nessuno sa rispondere".
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