I dipendenti laici
vaticani, riuniti nella loro associazione Adlv, lanciano un
appello di solidarietà nei confronti dei due coniugi licenziati
nei mesi scorsi dalla Ior, per il fatto di aver contrato
matrimonio, e ne auspicano la riassunzione.
"Sono trascorsi ormai due mesi da quando, in ottemperanza al
Regolamento dello Ior entrato in vigore il 2 maggio u.s., i
nostri ex colleghi sono stati licenziati dopo aver celebrato il
proprio matrimonio nello scorso mese di agosto", si legge
nell'appello. "Sentiamo l'esigenza di esprimere la nostra più
viva solidarietà a questa giovane coppia, già segnata da tante
vicende personali, che la fede cristiana riconosce come quelle
croci che Dio permette nella vita come luoghi privilegiati
dell'incontro con Lui e come strumento per far brillare nei
fedeli la speranza della Risurrezione davanti al mondo".
Se da un lato siamo certi che Dio provvederà a loro e ai loro
figli, non possiamo far tacere la voce della nostra coscienza
che riconosce nel provvedimento che ha colpito questi due ex
colleghi i tratti dell'ingiustizia e della mancanza di carità",
prosegue l'Adlv, secondo cui "l'applicazione di un Regolamento,
sia pure necessario nel governo di qualsiasi istituzione, non
può non tener conto del fatto che ogni istituzione è costituita
da persone e si regge in virtù dell'attività e professionalità
di queste stesse persone".
"Come battezzati - si legge ancora -, fin dall'infanzia
abbiamo appreso che l'amore per il prossimo è alla base della
vita cristiana e ora, alla luce dei fatti che hanno travolto la
vita di questa coppia, restiamo disorientati nel constatare con
quanta freddezza sia stata applicata una norma peraltro non
priva di criticità, dal momento che contrasta con il Regolamento
Generale della Curia Romana e con il Regolamento del
Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, oltre che
con i principi generali del diritto".
"Auspichiamo che la drammatica situazione vissuta da questa
famiglia sia presa a cuore dai Superiori preposti e che ci si
impegni a riassumerli - anche in altri Dicasteri/Enti vaticani o
italiani - per porre fine alla condizione di precarietà che
rischia davvero di diventare insostenibile", è la conclusione:
"dopo una serie di sollecitazioni fatte giungere dall'Adlv alle
sedi opportune in merito a questa triste vicenda, senza
riceverne alcun riscontro, rinnoviamo oggi il nostro appello,
unitamente alla solidarietà ai due ex colleghi, fiduciosi che,
come la supplica della vedova insistente della parabola
evangelica (Lc 18, 1-8), raggiunga la mente e i cuori di chi ha
il gravoso onere di decidere del futuro di una nuova famiglia".
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