Un pamphlet decisamente e
radicalmente innocentista sulla vicenda del cardinale Angelo
Becciu, che con puntigliosità e convinzione ne mette in
discussione la condanna in primo grado in Vaticano, il 16
dicembre 2023, a cinque anni e sei mesi di reclusione, per due
peculati e una truffa aggravata, in relazione alla gestione dei
fondi della Segreteria di Stato.
E' questo "Il caso Becciu", del giornalista Mario Nanni, ex
redattore capo centrale dell'ANSA, edito da Media&Books, che in
235 pagine, sulla base di un'ampia documentazione sia
processuale che mediatico-giornalistica, confuta 'in toto' lo
svolgimento del "processo del secolo", le sue conclusioni, e
nella principale fattispecie il trattamento riservato al
cardinale.
Più che eloquenti, per comprendere fin da principio sia il
contenuto che il tono del volume, sono il sottotitolo,
"(In)Giustizia in Vaticano", e il sommario di prima pagina,
"Dizionario delle omissioni, anomalie, mistificazioni, misteri e
veleni". E' questo infatti il serrato repertorio delle presunte
contraddizioni e abnormità di una vicenda giudiziaria clamorosa
e a suo modo oscura, nata in Vaticano, che ha fatto il giro del
mondo creando scandalo, incredulità e sconcerto, a cominciare da
un dato singolare: per vedere un cardinale a processo bisogna
risalire a cinque secoli addietro. E' stata la prima volta in
assoluto, invece, di un cardinale condannato da un Tribunale di
laici. Secondo l'autore, però, la sentenza (in cui sono state
condannate altre otto persone, con una sola assoluzione) non
solo non ha reso giustizia alla proclamata innocenza del
cardinale Becciu, ma ha suscitato nuovi e gravi interrogativi e
dubbi.
Chi ha fatto scoppiare il caso Becciu?, si chiede l'autore.
Chi ha manovrato alle sue spalle, chi per screditarlo ha osato
spifferare perfino all'orecchio del Papa maldicenze,
insinuazioni, accuse, facendo costruire un castello accusatorio
che poi - sempre secondo Nanni - è miseramente franato? Quali
trame sono state ordite contro il cardinale Becciu per
eliminarlo dagli altissimi posti di potere che deteneva nella
Chiesa e nella Curia romana , per toglierlo dal novero dei
papabili?
Il caso del processo al cardinale Becciu, dopo essere
deflagrato all'inizio provocando una gogna anche mediatica di
proporzioni planetarie, col passare del tempo ha suscitato una
attenzione che si è soffermata anche sulle singolarità della
giurisdizione vaticana. E per questo è finito sotto la lente di
osservatori, intellettuali, studiosi di diritto canonico,
storici. Il risultato? In diversi hanno paragonato il caso
Becciu a due altre vicende: il caso Dreyfus e il caso Tortora.
Nel caso Becciu, in particolare, sono state ravvisate molte
asserite anomalie (nel libro se ne trova un lungo elenco): tra
queste il cambio, per quattro volte, delle regole processuali a
inchiesta già iniziata. E, secondo Nanni, la forte impressione
di una sentenza già scritta, dato che non sarebbe stato
riservato alcuno spazio alle circostanze risultate favorevoli al
cardinale e che comproverebbero la sua innocenza.
Nel libro, la difesa di Becciu (avvocati Fabio Viglione e
Maria Concetta Marzo) contesta anche le motivazioni della
sentenza, depositate dalla Corte presieduta da Giuseppe
Pignatone lo scorso 29 ottobre, facendo già presagire così le
linee che saranno seguite nel futuro processo d'appello.
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