La situazione in Siria
resta in divenire e per certi versi contraddittoria. Ma resta la
speranza di costruire un processo che porti ad elezioni
democratiche nel Paese. E' in sintesi il pensiero che arriva
dalla comunità cristiana, inquieta tuttavia per il rischio che
si imponga una visione solo islamista in un Paese dove le
minoranze erano rispettate. "I cristiani restano perplessi per
tutto ciò che sta accadendo: diversi segni di islamizzazione del
Paese cominciano a palesarsi, ad esempio una preghiera pubblica
molto partecipata è stata fatta nelle aule della facoltà di
ingegneria della università di Damasco; diversi checkpoint
chiedono espressamente alle donne cristiane di mettere il velo,
agli autisti di togliere ogni segno religioso cristiano; diverse
voci si alzano per la separazione di genere negli spazi
pubblici", racconta all'ANSA padre Bahjat Karakash dei
francescani di Aleppo sottolineando però che "dall'altra parte
troviamo gesti di speranza come, ad esempio, un gruppo di
giovani musulmani che si mettono davanti alle chiese per
distribuire un fiore ai cristiani che vi entrano, sul fiore vi è
un biglietto che dice: 'insieme possiamo ricostruire il nostro
Paese'".
Tutte le componenti della società stanno preparando le loro
proposte sul futuro del Paese. "Anche noi cristiani ci siamo
mossi con incontri di studio e proposte che saranno presentate
ai tre patriarchi presenti a Damasco (greco melchita, greco
ortodosso e siriaco ortodosso) che avranno poi il compito di
stillarne un testo da presentare alla commissione
costituzionale. I punti salienti delle proposte sono: uno stato
democratico e civile, in cui tutti i cittadini abbiano gli
stessi diritti e doveri. Siamo coscienti che non sarà facile
trovare una formula che soddisfi tutti, visto che la Siria è un
Paese molto variegato, ed il rischio di un governo islamista di
un solo colore, che esclude gli altri resta reale. Tale
possibilità sarebbe un forte rischio di una nuova dittatura
oppure di una forte instabilità del Paese, ma ovviamente non ci
arrendiamo e contiamo anzitutto su moltissimi siriani illuminati
che vogliono uno stato civile e democratico, sperando che la
comunità internazionale aiuti queste correnti ad avere una voce
in capitolo".
Per quanto riguarda la vita quotidiana restano problemi:
"Alcuni servizi sono sospesi, mentre altri vanno abbastanza
bene. Aleppo ha sofferto la sete per oltre otto giorni a causa
di un attentato alla stazione idrica, compiuto dalle forze del
partito curdo 'Le forze democratiche siriane', che stanno
negoziando con Damasco per un pieno inserimento dei curdi nel
processo politico che porterà alla nascita del nuovo Stato".
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