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Don Buonaiuto, "i rifugiati sono nostri fratelli"

Don Buonaiuto, "i rifugiati sono nostri fratelli"

Giornata Mondiale, 'cresce il numero delle persone in fuga'

ROMA, 20 giugno 2024, 11:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Nessuno è straniero a questo mondo.
    I rifugiati sono nostri fratelli". E' quanto sottolinea, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, don Aldo Buonaiuto, fondatore della testata Interris.it. "Il quadro internazionale costringe milioni di persone a migrare ed è un dovere collettivo e individuale alleviare la sofferenza di chi è in esilio".
    Oggi ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato e, "per il 13° anno consecutivo, cresce il numero delle persone in fuga dalla loro patria. Dietro le fredde cifre ci sono le persone in carne d'ossa come Nalina, definita dai mass media 'l'orfana del mare', la bambina di 10 anni sopravvissuta nei giorni scorsi al naufragio al largo della Calabria", sottolinea don Buonaiuto. Il quadro internazionale costringe milioni di persone a migrare ed "è un dovere collettivo e individuale alleviare la sofferenza di chi è in esilio, offrendo loro la possibilità di ricominciare in un paese di asilo quando è impossibile il ritorno a casa. Una questione centrale per le istituzioni ed ecclesiali, per l'etica e per la fede". Il Papa rileva, fin dall'inizio del Pontificato, "la Chiesa povera e per i poveri, il richiamo all'accoglienza e l'invito ad aprire le porte di casa ai profughi e agli immigrati. Ne è una conferma la sua esplicita volontà - afferma il sacerdote dell'associazione Papa Giovanni XXIII - di ospitare alcune famiglie di profughi negli appartamenti della Città del Vaticano. Un gesto simbolico, evidentemente, ma anche un piccolo fatto reale che per tutte le persone, cristiane e non cristiane, diventa molto significativo".
    "Più che in tempi passati, oggi il Vangelo della misericordia scuote le coscienze, impedisce che ci si abitui alla sofferenza dell'altro e indica vie di risposta che si radicano nella fede, nella speranza e nella carità", conclude don Buonaiuto.
   

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