Mentre i cristiani
osservano la Quaresima e i musulmani si preparano a onorare il
mese di Ramadan, il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (Jrs)
si unisce alla Comunità Religiosa Islamica Italiana (Coreis)
"nel sollecitare un radicale ritorno agli insegnamenti fondanti
delle nostre rispettive religioni, le quali esortano ad amare
l'unità al di sopra delle divisioni, nel rispetto delle
differenze, e a portare costante dignità per la vita di ogni
persona".
"Rivolgiamo questo appello per un immediato cessate il fuoco
a Gaza e per la incondizionata liberazione di tutti gli ostaggi
rapiti il 7 ottobre 2023 in Israele", scrivono padre Michael
Schopf, direttore Jrs International, l'Imam Yahya Pallavicini,
vicepresidente Coreis, padre Daniel Corrou, direttore Jrs Middle
East e Abd al-Haqq Guiderdoni, vicepresidente Coreis.
"L'impegno a nutrire e curare dalle ferite la nostra umanità
condivisa ci spinge a piangere e pregare per ogni singola
vittima della terribile violenza che pervade il mondo, senza
distinzioni di provenienza", si legge nel documento. "Durante
questo tempo di preghiera e digiuno, ci appelliamo ai credenti e
a tutti coloro che si dispongono al bene per sostenere l'umanità
condivisa che è tanto cara alle nostre fedi e in particolar modo
per moltiplicare gli sforzi per l'ottenimento di una immediata e
definitiva fine delle violenze di ogni genere a Gaza che
permetta a Ebrei, Cristiani e Musulmani di vivere pienamente il
beneficio sacro della Quaresima e di Ramadan e delle festività
religiose di Eid al-fitr, Pasqua e Pesach".
Jrs e Coreis esprimono "la speranza che non soltanto possa
placarsi la perdurante sofferenza di persone innocenti, ma che
possa aprirsi la possibilità di uno spazio di dialogo e
sicurezza reciproca. A questo fine, sollecitiamo tutti gli
attori politici, governi e altre realtà, a supportare
attivamente un cessate il fuoco e l'apertura di tali spazi per
coloro che sono in grado di immaginare, oggi, un futuro non
violento", conclude la nota.
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