Il legame tra cattolici
ed ebrei, nella storia e fino ai nostri giorni, è stato al
centro delle giornate di studio sul tema "Una Rivelazione e Due
Tradizioni: Il Decalogo e la sua Interpretazione Ebraica e
Cristiana", presso la Pontificia Università della Santa Croce a
Roma; l'iniziativa è stata organizzata insieme all'Istituto
Universitario Isaac Abarbanel di Buenos Aires.
"Tutto è iniziato, come sempre, da un'idea del Santo Padre.
Tutto viene da lui. È così entusiasta di imparare insieme e ci
ha incoraggiato a trovare dei partner nella Chiesa cattolica":
lo ha detto a Vatican News il rabbino Ariel Stofenmacher,
rettore dell'Istituto Universitario Isaac Abarbanel, la prima
università ebraica del Sud America. L'Università della Santa
Croce è il secondo partner del corso cristiano-ebraico dopo la
Pontificia Università Gregoriana. Ariel Stofenmacher ha anche
fatto notare che il seminario con la partecipazione, ad esempio,
di sacerdoti cattolici, dove il rabbino è docente, indica la
comunione di entrambe le fedi. "Abbiamo un solo Padre, siamo
fratelli", ha aggiunto.
Il professor Juan Carlos Ossandon, organizzatore del corso
della Pontificia Università della Santa Croce, ha sottolineato
il grande valore del progetto, con "una atmosfera molto
favorevole alla collaborazione". Per Silvana Bacman, frequentare
il corso è stata un'esperienza "illuminante" di quanto
cristianesimo ed ebraismo siano legati. "Mi è piaciuto molto che
invece delle differenze, potessimo trovare le cose che ci
uniscono, abbiamo tutti gli stessi obiettivi, le nostre fonti
sono le stesse", ha affermato.
Durante il corso è stato presentato il Decalogo nel contesto
storico, religioso e culturale. Al termine del seminario durato
quasi due settimane, si è svolta una sessione aperta al pubblico
dedicata ai manoscritti di Qumran. Durante l'incontro, Adolfo D.
Roitman e Joseph Sievers hanno presentato le scoperte
riguardanti il mondo di Gesù e dei suoi discepoli alla luce dei
cosiddetti Rotoli del Mar Morto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA