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Parroco di Gaza, noi in zona 'rossa' ma non vogliamo lasciare

Parroco di Gaza, noi in zona 'rossa' ma non vogliamo lasciare

Padre Romanelli, la sede della Caritas è già stata evacuata

CITTÀ DEL VATICANO, 08 novembre 2024, 15:45

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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La parrocchia cattolica della Sacra Famiglia è nel Nord di Gaza e rischia di essere evacuata ma "le nostre famiglie non vogliono andare". Lo dice il parroco padre Gabriel Romanelli. Sono attualmente 400 le persone ospitate nel compound, come riferisce all'Osservatore Romano.
    "Non c'è pausa, giorno e notte, dal rumore degli elicotteri e delle bombe", afferma il sacerdote. "I rumori provengono dalla zona a nordovest del nostro sito, verso Jabalia e Shita, in quest'ultima vivevano ancora alcune famiglie cristiane. Ma ora lì c'è stato l'ordine tassativo di evacuazione. Ormai i pochi cristiani rimasti sono rifugiati nel le due parrocchie, la nostra e quella ortodossa. La sede della Caritas e il nostro centro di formazione San Tommaso d'Aquino - riferisce ancora padre Gabriel -, che si trovano quattro chilometri a nord del nostro compound hanno ricevuto l'ordine di evacuazione verso sud. Fortunatamente entrambi gli edifici sono pressoché vuoti perché erano in corso lavori di riparazione. Quattro chilometri sono pochi — aggiunge — e ci aspettiamo che presto le truppe israeliane arrivino anche nei pressi delle nostre case. Per questo c'è grande tensione al momento nella nostra comunità.
    Anche se noi non abbiamo ancora ricevuto alcun ordine di evacuazione". Tuttavia "già da qualche settimana abbiamo ricevuto un messaggio di Idf che definisce la nostra come 'zona rossa', e indica due corridoi per andare a sud. Le nostre famiglie però non vogliono lasciare, non so cosa succederà".
    Il sacerdote, che quotidianamente riceve la telefonata di Papa Francesco, chiede: "Perché dovremmo lasciare? Nessuno di noi è coinvolto nel conflitto. Cosa mai farebbero i nostri cristiani al sud? Ammassati con altri due milioni di sfollati palestinesi che non hanno più nulla e vivono nelle tende. Spero che la nostra condizione di pericolo sia conosciuta anche in occidente. E confido come sempre nelle capacità d'intervento del nostro patriarca".
   

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