(di Daniela Giammusso)
La preziosissima Chartula, la
pergamena tra le più importanti reliquie di san Francesco,
databile al 1224 e scritta di suo pugno dopo l'impressione delle
stimmate. E poi l'effigie del Santo patrono d'Italia dipinta da
Cimabue negli anni in cui il Maestro era impegnato ad affrescare
la Basilica di Assisi (1226), impressa proprio sulla tavola che,
secondo tradizione, servì da copertura della prima umilissima
cassa di legno per il corpo di Francesco dopo la morte. È con
questi due capolavori e prestiti unici che si apre San
Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con il Cantico
delle Creature, la mostra promossa dal Senato della Repubblica
in collaborazione con il Ministero della Cultura, Musei
Nazionali di Perugia - Direzione regionale Musei nazionali
Umbria, che dall'11 dicembre al 2 marzo porta in via del tutto
eccezionale nella sala capitolare di Palazzo della Minerva dieci
opere di grandi Maestri dal Duecento al Cinquecento per
celebrare insieme la chiusura dell'ottavo centenario delle
Stimmate di san Francesco e l'inizio dell'Anno Giubilare, in
concomitanza con gli 800 anni del Cantico delle Creature.
"E' un'occasione importante - commenta il presidente del
Senato Ignazio La Russa - in cui le istituzioni si pregiano di
concorrere a celebrare il Giubileo con la possibilità di
consentire di stare un attimo vicini alle opere di Cimabue e del
Perugino". Ma anche perché "Francesco con il suo peregrinare per
i sentieri dell'Italia, portando la voce della carità con la sua
fede e il suo amore per i poveri, ha anticipato di secoli i
viaggi dei pellegrini che sono sempre accorsi a Roma per il
Giubileo", appuntamento "caposaldo della crescita dell'umanità".
Prima collaborazione tra il Senato della Repubblica e la
Galleria Nazionale dell'Umbria, la mostra, aggiunge il
sottosegretario Gianmarco Mazzi, è "un viaggio nella storia
dell'arte attraverso le opere dei più importanti Maestri
medioevali e rinascimentali" e rientra "nell'obbiettivo del
Governo di valorizzare al massimo l'immenso patrimonio artistico
italiano".
Curata dal direttore dei Musei Nazionali di Perugia, Costantino
D'Orazio, e dalla responsabile del Dipartimento di Arte
medioevale e della prima età moderna, Veruska Picchiarelli,
parte dai due eccezionali prestiti, frutto della collaborazione
tra la Galleria Nazionale dell'Umbria con la Custodia Generale
del Sacro Convento di San Francesco in Assisi e la Provincia
Serafica di San Francesco dell'Umbria.
La carthula, generalmente conservata nella Cappella di San
Nicola, nella chiesa inferiore della Basilica di Assisi accanto
al saio del Santo, riporta la sua ispirata benedizione al
compagno e amico frate Leone e, sul recto, la lirica, Lodi di
Dio altissimo, con ben leggibile il "Tau" con il quale si
firmava.
Dal Museo della Porziuncola arriva invece il San Francesco
d'Assisi di Cimabue che apre idealmente un viaggio
nell'iconografia del santo, tra capolavori come lo Sposalizio
mistico di santa Caterina d'Alessandria e i santi Bartolomeo,
Francesco d'Assisi e Lucia di Benozzo Gozzoli; il Gonfalone
della Giustizia e la Pala dei cinque Santi del Perugino. E
ancora il Tabernacolo a sportelli, Stimmate di san Francesco tra
san Francesco d'Assisi e santa Chiara di Nicolò del Priore o San
Francesco d'Assisi in gloria schiaccia l'Orgoglio, la Lussuria e
l'Avarizia di Taddeo di Bartolo. "La mostra - conclude Monsignor
Rino Fisichella - anticipa di pochi giorni l'apertura della
Porta Santa che darà l'inizio ufficiale al Giubileo. E il
Giubileo è cultura, perché è un evento spirituale. Mi auguro che
la mostra abbia successo di pubblico, non solo per il luogo ma
per ammirare la bellezza e le meraviglie che qui sono
collocate".
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