Il Giubileo entra nel vivo con i primi pellegrinaggi di associazioni e diocesi. I primi a vivere il loro Anno Santo sono stati oggi il movimento spirituale 'Tra noi' e l'Unione cattolica insegnanti medi. Le prime diocesi ad arrivare a Roma saranno invece quelle di Aqui e Chieti-Vasto che hanno programmato il loro Giubileo per la metà di gennaio. A fine mese il primo grande evento: quello dedicato al mondo della comunicazione.
Intanto è attesa l'apertura della quinta e ultima porta santa, quella a San Paolo Fuori le mura. L'appuntamento è per domenica 5 gennaio alle 10, e anche in questo caso (come a San Giovanni in Laterano e a Santa Maria Maggiore) non ci sarà il Papa ma ad eseguire il rito sarà il cardinale James Michael Harvey, arciprete della stessa basilica.
In questi giorni ancora di festività natalizie restano lunghe le code per entrare nella basilica di San Pietro. Ma dopo il rodaggio dei primi giorni l'accesso ora è abbastanza fluido grazie anche al sistema di prenotazione sulla app ufficiale, necessario per evitare assembramenti. I controlli di sicurezza restano serrati ma la via per la porta santa ha il suo canale dedicato, grazie proprio al supporto digitale.
Il Giubileo ha mosso i primi passi non solo a Roma ma anche nel resto del mondo: tutte le diocesi hanno infatti stabilito le proprie modalità per permettere a chi non potrà recarsi a Roma per varcare le cinque porte sante — quelle delle quattro basiliche papali più quella aperta nel carcere di Rebibbia — di ottenere lo stesso le indulgenze previste. Una condizione per vivere l'Anno Santo fortemente voluta da Papa Francesco per consentire a tutti i cattolici, anche quelli che non potranno appunto permettersi il pellegrinaggio a Roma, di vivere a tutti gli effetti questo anno dedicato alla speranza. In prima linea ci sono i grandi santuari come Lourdes che ha aperto il suo Giubileo con una messa la notte del 31 dicembre.
Papa Francesco oggi è tornato a puntare i riflettori sulle zone martoriate dalla guerra: "Oggi si vive una catastrofe educativa. E non è un'esagerazione. A causa delle guerre, delle migrazioni e della povertà, circa 250 milioni di bambini e bambine non hanno accesso all'istruzione", sottolinea nel videomessaggio con l'intenzione di preghiera per il mese di gennaio, diffusa attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, sul tema "Per il diritto all'educazione".
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