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Crescono gli omicidi per mano dell'ex

Crescono gli omicidi per mano dell'ex

Bene denuncia molestie attrici, ma stalking sia reato d'ufficio

VENEZIA, 21 novembre 2017, 14:24

Redazione ANSA

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   Il corpo di Francesca Benetti è introvabile dal 2013, seppellito chissà dove, ma il suo omicida sta comunque scontando l'ergastolo. Julissa Dilia Reyes Feliciano è stata ammazzata con dieci coltellate in un hotel nel 2012 e al suo carnefice sono stati inflitti 19 anni. A contribuire in maniera determinante a mandare in galera i loro assassini è stato l'avvocato Agron Xhanaj, vicentino, diventato uno dei legali di riferimento in Italia per i casi di femminicidio. E' lui a lanciare l'allarme: lo stalking sta sempre più diventando l'anticamera della morte per le donne. A cambiare la vita professionale di Xhanaj è stato proprio il caso di Julissa, ballerina domenicana 26enne con una bimba di due anni, finita senza pietà da Gil Jesus Maria Paredes, il suo ex compagno . "La madre andò in Questura in lacrime il giorno prima dell'assassinio per dire che Paredes voleva ammazzare sua figlia dopo averla sottoposta a stalking per mesi- spiega - ma fu tutto inutile, nessuno intervenne e il giorno successivo la giovane morì. Non l'ho mai dimenticato".

    Xhanaj ha davanti a se' i dati Istat degli ultimi 15 anni: le donne uccise per mano dell'ex partner "sono un fenomeno - rileva - in costante aumento", passato da 0 casi del 2002 ai 17 del 2016, mentre quelle a cui è stata tolta la vita dal compagno attuale rimangono "un fenomeno costante", con una media di 65 omicidi all'anno fino ad un picco di 90. In calo, invece, gli assassini di donne a opera di sconosciuti, passati dai 72 a 21 in 15 anni. "Questo dimostra che il problema della separazione tra partner è tuttora irrisolto - sottolinea il professionista, che al caso di Julissa ha dedicato il libro 'Senza voce. Io vittima di stalking' pubblicato da Alter Ego - perché si registra una violenza omicida fuori dalle mura domestiche e a relazione finita".

   Lo stalking, secondo il legale, non conosce censo, cultura o ceto sociale. "Non esiste un prototipo di vittima - conferma - Chi non ha gli strumenti intellettuali subisce perché non sa come agire, chi li ha non denuncia per imbarazzo e per non dimostrarsi debole. Alla fine chiunque può trovarsi a indossare l'abito di una vittima di stalking".

    Alla moltiplicazione delle denunce di molestie e violenze da parte di uomini potenti che da Hollywood sono deflagrate in queste settimane anche nel mondo dello spettacolo italiano, il legale dice di credere convintamente. "E' un fenomeno straordinario - commenta - che io leggo come l'accrescere dello spirito di solidarietà al femminile, un coraggio collettivo che diventa finalmente denuncia". Un coraggio che si scontra, comunque, con i ritardi del legislatore. Almeno per lo stalking. "Visto che i numeri delle vittime sono in aumento - accusa - è evidente che il codice penale non è adeguato per fornire deterrenti concreti di pena".

   Per questo Xhanaj ha intrapreso una battaglia personale per far approvare una proposta di legge parlamentare che richieda la perseguibilità d'ufficio del reato di stalking. Attualmente è ferma in Commissione giustizia della Camera. "E' un intervento radicale - conclude - che potrebbe essere utile perché ad oggi molti casi di percosse e lesioni quantificati entro 20 giorni di prognosi nono sono perseguibili dall'autorità giudiziaria per mancanza di denuncia da parte della vittima". 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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