"Se da un lato è indispensabile
pensare alle restrizioni, è altrettanto vero che da un punto di
vista epidemiologico sanitario, la chiusura dei confini comunali
nelle tre date non ha una ratio sostenibile. Mi fa piacere che
il Cts dopo di me abbia detto le stesse cose". Così il
presidente del Veneto, luca Zaia, sul nuovo Dpcm relativo allo
stop di movimento tra comuni il 25 e 26 dicembre e l'1 gennaio.
"Se prima si pensava che dicessi corbellerie - precisa Zaia
-, voglio ora vedere se si riconferma il giudizio o se siamo in
due a dire sciocchezze. Se avessere detto 'tutti chiusi in
casa', uno può o meno condividere questo diktat, ma almeno c'è
una ratio uguale per tutti. Sarebbe stata una norma uniforme. Ma
dire che, dal punto di vista sanitario, il rischio di contagio
della chiusura di un comune di poche migliaia di abitanti in
quei tre giorni sia uguale a quello della chiusura dei confini
di un comune di tre milioni di abitanti, vuol scientificamente
dire una bestialità". Pertanto, rileva, "non è una norma a
tutela degli assembramenti o di eventuali rischi di diffusione
del contagio".
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