E' un meraviglioso set a luci spente Piazza San Marco. Vuota e immersa nel silenzio, tranne l'eco di qualche passo sui masegni, o lo stridio dei gabbiani.
L'emergenza Covid ha trasformato in deserto l'area marciana, dopo che la città aveva già cambiato volto con l'alta marea record del 12 novembre. Prima lo shock e i danni della mareggiata. Poi lo stop imposto dal virus, le restrizioni che l'hanno resa 'irraggiungibile'. Nessun brusio delle comitive di turisti, sempre meno persone, meno rumori. Una Venezia quasi spettrale in Piazza San Marco, che solo un paio di mesi fa ospitava le riprese di 'Mission Impossible 7', con Tom Cruise.
Le luminarie natalizie sono ancora appese, ma le serrande dei negozi sotto le Procuratie Vecchie sono tutte abbassate; solo qualche gioielleria resiste sotto le Nuove. File di negozi bui, le sedie accatastate all'interno, molte vetrine con il cartello "affittasi". C'è chi ha chiuso per sempre: come la Pelletteria artistica Pagan, 101 anni di attività, o il negozio Venini in piazzetta dei Leoncini. "Tanti negozi storici, soprattutto qui in Piazza San Marco, hanno chiuso e non riapriranno più - spiega Alberto Nardi, uno dei gioiellieri sotto le Procuratie Nuove - E' un impoverimento perché le attività storiche, come altri patrimoni artistici, sono un bene della città. Veder chiudere negozi che erano qui da 50 anni non lascia indifferenti; penso si debba assolutamente pensare a dei ristori più concreti". "La città ha sviluppato una forma economica legata solamente al turismo di massa. E' stato un grande errore - aggiunge Nardi - Andrebbe pensato un nuovo modello, che non sia solo un palcoscenico dove, uso un paradosso, si paga un biglietto per entrare al mattino ed uscire alla sera. Una città come Venezia non può vivere solo di questo".
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