E' una sorta di "museo nel museo", "le Gallerie che non ti aspetti" - come recita il titolo della presentazione - l'inedito percorso espositivo dedicato alla pittura a Venezia e nel Veneto nel Seicento e Settecento aperto da oggi alle Gallerie dell'Accademia, con l'allestimento dei saloni Selva-Lazzari a pianoterra. All'apertura sono intervenuti, tra gli altri, il ministro della Cultura Dario Franceschini e il presidente del Veneto, Luca Zaia.
Attraverso 63 opere, in buona parte mai esposte, le Gallerie offrono un'immagine inaspettata, di una Venezia (e di una regione) che nel campo dell'arte hanno saputo andare oltre i fasti del Rinascimento, di Giorgione, Carpaccio, Tiziano o Tintoretto, traendo forza dall'arrivo in laguna di "foresti", come Giordano, Pietro da Cortona (Daniele nella fossa dei leoni) o del fiorentino d'origine Sebastiano Mazzoni, con "Strage degli Innocenti", opera appena acquisita dallo Stato.
Se la rinnovata sala 5 guarda al Seicento, la sala 6 è un tripudio della variegata produzione veneziana nel secolo dei Lumi, a lato dei più noti vedutisti. Il direttore Giulio Manieri Elia ha evidenziato lo stretto rapporto che lega le Gallerie dell'Accademia e la città lagunare, ricordando che "è il museo di Venezia dove c'è tutta la storia della scuola pittorica locale e veneta dal Duecento all'Ottocento".
Nel corso dell' inaugurazione di questo nuovo passo nel percorso di recupero e riallestimento delle Gallerie dell'Accademia, che dovrebbe concludersi nel 2022, è stato ricordato il sostegno di Venetian Heritage (oltre mezzo milione di euro), e i finanziamenti per i restauri delle opere da parte di Intesa Sanpaolo, di Borsa Italiana oltre che del Ministero della Cultura, del nuovo sistema di illuminazione offerto da iGuzzini. Elementi che hanno portato Franceschini a ricordare il concetto della sfida per la " ripartenza" che l'Italia sta portando avanti in "sicurezza" dopo il periodo più difficile della pandemia.
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