Dante non amava Padova, a
ripercorrere la sorte riservata ai suoi cittadini nella
Commedia, e un suo incontro con Giotto, negli anni della
Cappella degli Scrovegni, è forse più legato alla leggenda che a
una possibile non dimostrata realtà. Ma Padova, come rileva
l'assessore alla cultura Andrea Colasio, "ha fatto pace" con il
poeta e gli rende omaggio con una mostra che prende a titolo
quel "a riveder le stelle" che chiude l'Inferno e parla la
lingua dell'arte contemporanea, di una figurazione italiana che,
senza essere mai semplice illustrazione, ben dà testimonianza
delle inquietudini, delle gioie, dei tormenti, dei problemi e
delle passioni del vivere oggi.
L'esposizione, a cura di Barbara Codogno, voluta
dall'assessorato alla cultura, in collaborazione con "The Bank
Contempory Art Collection", da cui provengono le circa 40 opere
presenti realizzate da 19 artisti, il sostegno della Fondazione
Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è allestita al Museo
Eremitani dal 30 ottobre oltre 30 gennaio prossimo (catalogo
Antiga).
Oltre che a Dante, in occasione del 700/o anniversario della
morte, la mostra intende essere anche un omaggio a Giotto,
attraverso un dialogo che rimanda al ciclo degli affreschi degli
Scrovegni, con richiami sia nelle suggestive visive che
tematiche.
Le stelle sono il punto di massimo raccordo tra i due autori
medioevali. Il cielo stellato, un ritorno alla luce, con un blu
intenso punteggiato d'oro, è il titolo dell'ultima sezione ed è
motivo fondamentale di un complesso lavoro di Sergio Padovani,
evocante nel suo sviluppo in verticale le tre cantiche
dantesche, che chiude il percorso espositivo aperto dalla
sezione "La Selva Oscura", a cui seguono "L'Inferno", "Il
Purgatorio", "Il Paradiso".
Opere, in gran parte realizzate dagli artisti per
l'occasione, che sono continui "giochi di specchi, suggestioni,
ricordi" che rimandano ai temi delle attualità sociali,
politiche, umane, religiose, e nel contempo tracciano una linea
rossa ideale con le tematiche della Commedia e del ciclo
grottesco. Se I due autori medievali separavano nettamente il
bene dal male, nelle opere degli artisti in mostra - Agostino
Arrivabene, Saturno Buttò, Desiderio, Marco Fantini, Sergio
Fiorentino, Giovanni Gasparro, Alfio Giurato, Federico Guida,
Maurizio L'Altrella, Paiolo Maggis, Vittorio Marella, Nicola
Nannini, Alesandro Papetti, Luca Pignatelli, Chiara Sorgato,
Nicola Verlato, Santiano Ydanez e Padovani - ll bene e male non
sono più separati; la luce e la tenebra si contagiano per
disegnare nuovi paesaggi interiori".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA