Il nuovo disegno di politica
agricola comune "porta a riflettere su quale sarà il ruolo
della Pac nel sostegno alle produzioni agrolimentari di tutti
gli stati membri. Probabilmente ci dovrà essere un ritorno ad
alcuni elementi protettivi, la necessità di produrre cibo e
garantire la sicurezza alimentare a tutte le popolazioni
europee, però nel rispetto dell'ambiente e della necessità di
diminuire gli impatti ambientali e il consumo di fonti non
rinnovabili, come sono molte di quelle che garantiscono la
produzione di cibo". Lo ha detto il ministro per le Politiche
agricole e forestali, Stefano Patuanelli, intervenendo al Summit
internazionale organizzato a Verona da Fieragricola per
celebrare i 60 anni della Pac, la Politica agricola comune.
Sul fronte interno, Patuanelli ha osservato che "i problemi
dell'agricoltura italiana, che sono molto complessi, ci vedono
uniti come ministero e tutti gli apparati delle Regioni, che
hanno competenza principale". "E' un momento di riflessione
importante - ha aggiunto - e se guardo alla storia della Pac
credo che si possa dividere in 4 fasi, con un occhio al futuro:
la politica agricola è stata elemento di unione dell'Europa sin
dalla sua fondazione, fin dal 1957 e poi dal 1962 con
l'introduzione della Pac" "Quella prima fase - ha proseguito -
è stata una politica protettiva, nella quale l'esigenza era di
produrre cibo e garantire l'accesso a quel cibo a tutte le fasce
della popolazione. Quindi una politica sui prezzi ed un sostegno
agli agricoltori. Poi si è passati ad una politica incentrata
più sullo sviluppo rurale e sull'attenzione ai territori. Poi,
con la Riforma Fischer, uno sguardo al mercato, passando dalla
produttività alla competitività. Da ultimo i tempi ambientali:
la condizionalità, oggi è rafforzata da questa nuova Pac".
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