Claudio Cecchetto nel giro di due
mesi si trova ad affrontare due nuove sfide: il 70/o compleanno
martedì 19 aprile e l'elezione a sindaco di Riccione il 12
giugno. Di cose ne ha fatte tante: è il talent scout che ha
scoperto Fiorello, Jovanotti, Amadeus, Gerry Scotti, Max
Pezzali, Fabio Volo, Pieraccioni e pure Sandy Marton e Sabrina
Salerno, il fondatore di Radio Deejay e Radio Capital, il
produttore musicale di super successi pop e l'interprete di
"Gioca Jouer" (nel suo genere un evergreen), con un curriculum
di conduttore radiofonico e televisivo che comprende anche il
Festival di Sanremo.
Si parte dai 70 anni. "Quando ero giovane mi sembrava già un
altro mondo Marcello Marchesi con 'L'uomo di mezza età' …
figuriamoci quello che pensavo di chi allora aveva 70 anni. A
questo compleanno ci arrivo tranquillo, per fortuna la testa è
rimasta quella di sempre, è il fisico che non è d'accordo quando
gli chiedo di correre per tre chilometri", risponde Cecchetto.
Ma dopo una vita passata nel mondo dello spettacolo, non
pensa possa essere noioso il lavoro di sindaco? "E perché? Il
sindaco è la figura che deve far funzionare le cose e la mia
storia dimostra che io le cose so farle funzionare, anche quando
ho fatto il direttore artistico a Misano. Nel caso di Riccione
non c'è la necessità di promuovere il nome della città che è giù
un brand internazionale, senza contare che con Riccione ho un
legame fortissimo ultradecennale che viene da tutte le cose che
abbiamo fatto qui nel corso degli anni".
Guardando all'indietro, si può parlare di un metodo
Cecchetto? "Per me il miglior obiettivo è arrivare al numero uno
e per ottenere questo risultato il punto di partenza è fare
qualcosa che manca: ho prodotto ciò che non c'è, puntando sulla
forza dei talenti". E ancora: "Il metodo Cecchetto è pensare
"guarda che è possibile". Bisogna farsi venire le idee, il
problema è convincere mia moglie che quando passo del tempo
guardando fuori dalla finestra sto lavorando".
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