E' in corso da questa mattina, a Longarone (Belluno) una manifestazione con sciopero di otto ore dei lavoratori di Sàfilo indetta dalle organizzazioni sindacali dopo l'annuncio dell'intenzione da parte dell'azienda, il 26 gennaio scorso, di dismettere la produzione nello stabilimento bellunese in cui operano 472 dipendenti.
Secondo fonti della questura i partecipanti sarebbero circa duemila. Le agitazioni sono estese anche alla sede centrale di Padova e all'impianto di Santa Maria di Sala (Venezia).
Per il prossimo 22 febbraio è intanto convocato nella sede della Regione Veneto, a Venezia, il tavolo tecnico per un primo confronto in cui l'azienda sarà chiamata a rappresentare la situazione e prospettare uno studio sulle possibili soluzioni.
Fra queste, secondo quanto si apprende, vi sarebbe un'ipotesi di cessione dello stabilimento a società dell'occhialeria che operano nell'area, procedura di cui si stanno occupando advisor nominati dalla stessa Sàfilo. Indiscrezioni provenienti da fonti qualificate locali riferiscono di contatti su tale ipotesi con Thèlios, operatore controllato da Lvmh con stabilimento di produzione a poche centinaia di metri dalla sede di Sàfilo, circostanza che la casa francese non ha finora smentito.
Sàfilo era già stata interessata da una forte riduzione del personale, corrispondente a 400 unità su quasi 900 addetti, in seguito al piano di ristrutturazione presentato nel 2019 e che si era conclusa lo scorso marzo attraverso incentivi all'esodo volontario.
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