Nel 2022, in Veneto, i soggetti
affetti da demenza che si sono rivolti ai servizi sanitari e
sociali sono 65.746, un dato peraltro ritenuto sottostimato
dagli esperti. Di questi il 68% sono di sesso femminile e il 98%
ha più di 65 anni.
Questo quadro di estrema sintesi ha fatto da sfondo al simposio
"Il Change Management del disturbo neurocognitivo, nuovi
orizzonti nella prevenzione" nel corso del quale esperti e
operatori del sistema sanitario veneto si sono confrontati sullo
stato dell'arte di questa malattia, e sulle prospettive di
prevenzione e cura, di fronte all'assessore regionale veneto
alla Sanità Manuela Lanzarin, in occasione della settimana
internazionale dell'Alzheimer.
"Il Disturbo Neurocognitivo rappresenta una priorità di
Sanità Pubblica a livello mondiale, come è una priorità nella
nostra agenda regionale - ha sottolineato Lanzarin che ha aperto
i lavori del convegno - negli ultimi anni Piano d'azione globale
sulla risposta sanitaria pubblica alla demenza (2017-2025) ha
sottolineato la necessità di implementare piani nazionali e
regionali che contemplino strategie preventive specifiche. Nel
corso degli anni, in Veneto, abbiamo creato una vasta ed
efficiente rete di assistenza e cura per i malati di Alzheimer e
dei disturbi neurocognitivi - ha aggiunto - ma ora rivolgiamo lo
sguardo anche alla prevenzione, grazie alla quale è possibile
arrivare a una diagnosi precoce, rallentare il corso della
malattia, definire migliori percorsi di presa in carico".
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