La mala burocrazia che attanaglia
la gran parte della Pa provoca un danno economico ai
contribuenti italiani stimato sui 184 miliardi di euro l'anno.
Un importo, per la Cgia, più del doppio rispetto alla dimensione
dell'evasione tributaria presente in Italia che secondo il Mef,
è di 84,4 miliardi di euro.
Per la Cgia le maggiori criticità della Pa sono: il costo
annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con
la burocrazia pari a 57,2 miliardi i debiti verso i fornitori
pari a 49,6 miliardi (dati Eurostat); la lentezza della
giustizia costa 2 punti di Pil all'anno che equivalgono a 40
miliardi (Fonte: ministro della Giustizia, Carlo Nordio); le
inefficienze e gli sprechi nella sanità per 24,7 miliardi di
euro ogni anno (Fonte: Gimbe); gli sprechi e le inefficienze
del trasporto pubblico locale per 12,5 miliardi di euro all'anno
(Fonte: The European House Ambrosetti-Ferrovie dello Stato) .
In materia di evasione tributaria spesso vengono citati i
dati del Mef che stimano in 84,4 miliardi di euro il tax gap
delle entrate tributarie (media del periodo 2018-2020).
L'imposta più evasa sarebbe l'Irpef in capo al lavoro autonomo
per 31,2 miliardi che corrisponde ad una propensione al gap
nell'imposta che da anni sfiora stabilmente il 70%. Questo vuol
dire che poco meno del 70% dell'Irpef non sarebbe versata dai
lavoratori autonomi. Per la Cgia questo risultato è
'inattendibile'. Dalle dichiarazioni dei redditi dei lavoratori
autonomi in contabilità semplificata del Nord si è dichiarato
mediamente 33 mila euro lordi nell'anno di imposta 2021. Se,
come sostiene il Mef, queste attività evadono quasi il 70% dell'
Irpef, quanto dovrebbero dichiarare se fossero ligi alle
richieste del fisco? Il 130%, ovvero quasi 76 mila euro
all'anno.
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