E' destinata ad allungarsi, da quanto trapela dalla Questura, la lista degli attivisti denunciati per gli scontri avvenuti ieri mattina a Vicenza durante il corteo anti-Israele. Oltre ai cinque attivisti già fermati e identificati sul posto, per gli altri la denuncia scatterà dopo che saranno stati individuati dalle immagini video e dalle fotografie scattate dalla Digos, al lavoro già da ieri pomeriggio.
Un compito peraltro non facile visto che il gruppo era composto da personaggi, in buona parte travisati con berretti e sciarpe, non noti alle forze dell'ordine locali: del quintetto denunciato solo uno è residente nella provincia berica, a conferma che alla manifestazione dei centri sociali erano stati invitati e coinvolti elementi provenienti anche dal resto dell'Italia.
Nel pomeriggio di ieri la Federazione sindacale di Polizia, per voce del segretario generale Valter Mazzetti, ha ipotizzato che "gli ordigni fatti esplodere potessero contenere schegge metalliche", una situazione che, se confermata, appesantirebbe ancora di più la posizione di coloro che hanno lanciato le bombe carta. Intanto in città, anche a livello politico locale, prosegue la polemica sul Bocciodromo di Vicenza, da dove è partito il corteo. Gli esponenti del centrodestra chiedono all'amministrazione del sindaco Giacomo Possamai la revoca della concessione dello stabile.
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