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Truffa bonus facciate, condanne e patteggiamenti a Rovigo

Truffa bonus facciate, condanne e patteggiamenti a Rovigo

Nove gli indagati, hanno preso 2 milioni e 186 mila euro,

ROVIGO, 09 luglio 2024, 18:53

Redazione ANSA

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Truffa alle Poste sul bonus facciate, l'udienza preliminare del 2 luglio al tribunale di Rovigo ha diviso le strade dei nove imputati. Uno ha patteggiato 4 anni di reclusione, un altro ha chiesto di patteggiare 3 anni ma sarà un'udienza del 17 dicembre a verificare se ci sono i presupposti, un terzo ha ottenuto di accedere ai servizi socialmente utili (colui che era stato in precedenza il difensore di fiducia di uno dei responsabili della truffa), due imputate hanno patteggiato pene rispettivamente di 4 e 8 mesi, un imputato e la società coinvolta verranno giudicati con rito abbreviato il 17 dicembre, i restanti tre invece andranno a dibattimento, quindi verranno giudicati con rito ordinario, prima udienza il 3 ottobre. Si tratta di un'inchiesta della Guardia di Finanza coordinata dalla procura di Rovigo per plurimi tentativi di indebita percezione di erogazioni pubbliche, false attestazioni ad ente pubblico, truffe aggravate ai danni di ente pubblico, autoriciclaggio, riciclaggio e favoreggiamento personale. Gli imputati producevano documenti con firme false di proprietari immobiliari che non erano stati informati di nulla, il tutto per generare crediti d'imposta fittizi che trasferivano a società da loro stessi controllate per truffare lo Stato e incamerare illecitamente denaro che sarebbe dovuto servire per interventi mai realizzati su 28 unità immobiliari. Al centro dell'inchiesta una società a responsabilità limitata di Polesella. Gli imputati erano aiutati da professionisti abilitati inserivano le pratiche nel portale dedicato dell'Agenzia delle Entrate per ottenere i crediti e trasferirli alle loro società. Poi cedevano i crediti a Poste Italiane che credevano si trattasse di crediti buoni. Infatti Poste li ha acquistati per complessivi 2 milioni e 186 mila euro, divisi in 4 differenti bonifici. Alla fine uno degli indagati trasformava la somma in denaro contante, non prima di essersi trattenuto la percentuale pattuita per la ripulitura. Il denaro è comunque stato sequestrato già prima della chiusura indagini di questi giorni. Fondamentale in questa catena anche il ruolo di intermediari abilitati che attestavano falsamente l'esecuzione dei lavori. Il soggetto truffato, secondo la procura, è Poste Italiane, perché è stata indotta a pensare che i crediti esibiti fossero autentici.
   

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