"Pioniere, avventurose, radicali,
iconoclaste, professioniste determinate". Dalle pioniere Isadora
Duncan e Josephine Baker, arrivando a Martha Graham, madre della
danza moderna americana, o a Pina Bausch, icona del teatro
danza. Sono solo alcune delle donne che con la loro arte hanno
illuminato Venezia e che sono protagoniste di 'Iconoclasts -
Donne che infrangono le regole alla Biennale Danza', inaugurata
oggi alla vigilia del 18/mo Festival internazionale di danza
contemporanea. L'hanno introdotta Pietrangelo Buttafuoco,
presidente della Biennale di Venezia, Wayne McGregor, direttore
artistico del settore Danza, Debora Rossi, responsabile
dell'Archivio storico.
La mostra, al Portego di Ca' Giustinian fino a fine anno,
celebra coreografe, danzatrici, autrici che sono state invitate
alla Biennale a partire dai primi del Novecento fino ai nostri
giorni, scrivendo la storia di questa disciplina. Raccoglie più
di un secolo di immagini - dal 1903 al 2020 - dall'Archivio
storico delle arti contemporanee della Biennale di Venezia ed è
curata da sir McGregor in collaborazione con Elisa Guzzo
Vaccarino e l'Archivio Storico.
"Iconoclasts, questo frammento del nostro archivio vivente
della danza a Venezia - presenta sir McGregor - mette in
relazione le pioniere e avventuriere che hanno condiviso la
propria arte radicale con noi in laguna e, nel farlo, si sono
opposte alla propria epoca, hanno oltrepassato i confini,
portato avanti le loro preziose visioni e spinto anche noi verso
il possibile. Siamo seduti sulle spalle di donne immense, alcune
già note, altre che saranno una rivelazione, ma ciascuna col suo
contributo al manoscritto dei geni del movimento del mondo".
Il percorso espositivo parte dalla spiaggia del Lido di
Venezia, inizio secolo, con la pioniera Isadora Duncan e la
stella dei cabaret parigini Josephine Baker. Una sezione a parte
è dedicata a Martha Graham e un'altra all'ampia retrospettiva
che la Biennale Teatro dedicò a Pina Bausch. Altre due sezioni
sono dedicate ai Leoni d'Oro e d'Argento.
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