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Inchiesta Venezia, il Riesame lascia in carcere Boraso

Inchiesta Venezia, il Riesame lascia in carcere Boraso

I giudici concedono i domiciliari all'imprenditore Ormenese

VENEZIA, 01 agosto 2024, 17:28

Redazione ANSA

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Interni di un tribunale (foto d 'archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Interni di un tribunale (foto d 'archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Tribunale del Riesame tiene la linea dura nell'inchiesta sulla presunta corruzione al Comune di Venezia. Resta in carcere il principale indagato, l'ex assessore alla mobilità Renato Boraso, che si è visto rigettare l'istanza di remissione in libertà, o concessione dei domiciliari, che il suo legale, Umberto Pauro, aveva motivate con la ragione che le dimissioni del politico dalla giunta di Ca' Farsetti avrebbero fatto venir meno l'asserito rischio di reiterazione del reato.

Dei cinque indagati sui sette che avevano inizialmente presentato ricorso - Francesco e Carlotta Gislon hanno rinunciato - solo due hanno messo a segno un punto a loro favore al termine dell'udienza presieduta dal giudice Lea Acampora (relatore Nicole Scarlato). Ha ottenuto la scarcerazione, finendo ai domiciliari, in una casa a Mira (Venezia) l'imprenditore Fabrizio Ormenese, che per la Procura sarebbe stato 'in affari' con Boraso, mentre ha riavuto la libertà la funzionaria della Ive, la società immobiliare controllata dal Comune, Alessandra Bolognin.

Istanze di revisione rigettate, e conferma dei domiciliari, per gli imprenditori Matteo Volpato, di Mestre, e Marco Rossini, di Mogliano Veneto. Nel corso dell'udienza, durata quattro ore, la pm Baccaglini ha depositato anche nuove carte dell'inchiesta; tra queste, il documento integrale di un colloquio intercettato tra Boraso e Ormenese durante un loro incontro nella sede dell'Ive.

I difensori di tutti avevano contestato le accuse nel merito, negando che gli indagati avessero ricevuto mazzette, e sostenendo che l'inchiesta non avrebbe ancora chiarito a che titolo sarebbero state chieste o versate le somme che i sostituti Federica Baccaglini e Roberto Terzo configurano come corruzione. Gli avvocati di Boraso, Umberto Pauro, e Ormenese, Simone Zancan, avevano contestato inoltre la validità delle intercettazioni sui cellulari con il malware trojan, che a loro avviso non potrebbero essere utilizzati tra il materiale captato dagli inquirenti.

Quattro ore di confronto che hanno convinto i giudici del Riesame nell'accordare attenuazioni delle misure solo per Ormenese e Bolognin, non per gli altri. Le motivazioni saranno depositate a metà settembre.

Domani, intanto, vi sarà un altro passaggio politico importante, con il consiglio comunale straordinario, a Mestre, al quale prenderà parte il sindaco Luigi Brugnaro, deciso a non mollare nonostante l'iscrizione nel registro degli indagati. 

 


   

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