Un vescovo e un imam che si
abbracciano dopo essersi posti reciprocamente sulle spalle un
telo termico. È l'immagine forte della veglia di preghiera
"Ascoltiamo il silenzio" che si è svolta ieri sera a Treviso,
dedicata all'aiuto ai migranti.
Il momento di preghiera viene proposto da 11 anni dalla
Caritas tarvisina in ricordo di chi muore in mare e lungo le
altre vie della migrazione, in occasione dell'anniversario del
naufragio del 2013 a poche miglia da Lampedusa.
Il vescovo Michele Tomasi ha ricordato che "oggi molti
vorrebbero che il grido dei migranti smettesse, perché dà
fastidio, perché mette in difficoltà i sistemi economici e gli
equilibri internazionali. Ma noi vorremmo che questa voce, di
tutti quelli che nel mondo si mettono in cammino, venisse
sentita dai grandi e dai potenti, che potessero ascoltare quel
grido e guardare quegli occhi. Preghiamo con insistenza il
Signore, diamo voce noi a quel grido di aiuto, perché possiamo
accogliere e godere della fraternità con tutti", ha concluso.
Sallahdine Mourchid, imam dell'associazione culturale
islamica Attawasol, di Montebelluna (Treviso), ha messo in luce
"i valori di misericordia e compassione che ci uniscono tutti
come esseri umani, indipendentemente dalla nostra fede ed etnia.
La migrazione è parte dell'esperienza umana e Dio benedice gli
sforzi di coloro che migrano in cerca di giustizia e sicurezza,
e ascolta il grido di coloro che soffrono; nel Corano si invita
alla misericordia e alla solidarietà verso ogni essere umano".
Al termine, il vescovo e l'imam hanno consegnato a tutti i
partecipanti un pezzettino di telo termico e un'immagine di
Maria.
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