L'ex assessore alla mobilità del
Comune di Venezia, Renato Boraso, indagato con l'ipotesi di
reato di corruzione, dopo 113 giorni di carcere a Padova ha
ottenuto dal giudice gli arresti domiciliari.
Lo rende noto all'ANSA il legale di Boraso, Umberto Pauro,
che rileva come il giudice abbia accolto l'istanza del suo
assistito dopo una perizia che ha sancito che esistono problemi
cardiocircolatori per l'ex assessore. Inoltre, secondo il
legale, é stata riconosciuta, pur nel rispetto delle posizioni
di Boraso, la sua disponibilità a confrontarsi con i Pm titolari
dell'inchiesta, Roberto Terzo e Federica Baccaglini, in ben 40
ore suddivise in più udienze fiume. Boraso è indagato per
presunte tangenti legate alla gestione di terreni, immobili ed
altre aree per l'utilizzo delle quali avrebbe favorito, in
cambio di denaro, alcuni imprenditori.
Da parte sua il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, anch'egli
indagato per corruzione ma senza aver subito misura alcuna, ha
espresso, attraverso il suo avvocato Alessandro Rampinelli, la
volontà di avvalersi della facoltà di non rispondere non essendo
in possesso degli atti. L'incontro con i Pm era stato
programmato per giovedì 7 novembre. Brugnaro è finito
nell'inchiesta per una presunta trattativa per la vendita
dell'area dei Pili, in terraferma davanti a Venezia, di cui è
proprietario da prima di essere stato eletto. Trattativa
affidata ad una società che fa riferimento allo stesso sindaco.
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