/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Cgia, in Italia 118mila imprese sono a rischio usura

Cgia, in Italia 118mila imprese sono a rischio usura

Il maggior numero nelle aree metropolitane, più a rischio il Sud

VENEZIA, 16 novembre 2024, 09:40

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono quasi 118mila le imprese italiane che si trovano a rischio usura, in crescita rispetto all'anno scorso di oltre 2.600 unità, dopo anni in cui erano in calo. Lo denuncia oggi l'Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia).
    Si tratta prevalentemente di artigiani, esercenti, commercianti o piccoli imprenditori che sono "scivolati" nell'area dell'insolvenza e di conseguenza segnalati dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d'Italia, il che preclude a queste attività di accedere a un nuovo prestito.
    A livello provinciale, il numero più elevato di imprese insolventi si concentra nelle grandi aree metropolitane. Al 30 giugno scorso, Roma era al primo posto con 10.827 aziende: segue Milano con 6.834, Napoli con 6.003, Torino con 4.605 e Firenze con 2.433. In termini percentuali, il peggioramento ha interessato innanzitutto Benevento con il +17,3% di imprese sofferenti (+97 in valore assoluto), poi Chieti con +13,9% (+101), Savona con +12,4% (+62), Rieti con +11,8% (+25) e Lecce con +11,4% (+179). L'area più "a rischio" è il Sud, dove si contano 39.538 aziende in sofferenza (pari al 33,6% del totale), il Nordovest con 29.471 (25%), il Centro con 29.027 (24,7%) e infine il Nordest con 19.677 (16,7%).
    Ad eccezione degli anni caratterizzati dalla crisi pandemica, dal 2011 ad oggi i prestiti bancari alle imprese italiane sono crollati. A fronte dei 1.017 miliardi di euro erogati verso la fine del 2011, nota la Cgia, siamo scesi ai 711,6 del febbraio 2020. Dopo l'incremento durante il periodo Covid, che ad agosto 2022 aveva innalzato lo stock erogato a 757,6 miliardi, è ripresa la riduzione, e a settembre di quest'anno si è attestato a 667 miliardi. In 12 anni, rispetto al picco massimo erogato nel 2011, le imprese hanno perso 350 miliardi di prestiti bancari, pari al -52,4%.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza