Ruota ancora attorno a Luca Zaia e
al suo (probabile) addio alla poltrona di governatore il futuro
della Regione Veneto, chamata alle urne nel 2025. La prima
incognita, dicono ambienti vicini al presidente, è proprio la
data; la scadenza di legislatura è settembre 2025, ma resterebbe
sullo sfondo un'ipotesi di prolungamento del voto alla primavera
2026, perchè nel 2020 si votò in ritardo a causa del Covid. Il
secondo punto di domanda è ancora più dirimente: se non verrà
ripresa in mano in Parlamento l'idea di una deroga per il 'terzo
mandato' dei governatori, Zaia non sarebbe candidabile. ll suo
nome è stato però tirato in ballo - lui non ha mai detto di no -
anche per un'altra poltrona di peso: quella del sindaco di
Venezia, per il quale si voterà sempre nel 2025, in abbinata con
la Regione - qui è scontata l'uscita di Luigi Brugnaro che ha
già due mandati alle spalle - Zaia sarebbe un 'cavallo' sicuro
per il centrodestra, e la sua discesa in pista per il Comune
metterebbe più in difficoltà il centrosinistra.
In attesa che i rebus si sciolgano, nel centrodestra i più
attivi in ottica 2025 sono Fdi - i candidati sono il senatore
Luca De Carlo, ma non sarebbe escluso anche un possibile ritorno
in Regione dell'eurodeputata Elena Donazzan - e Flavio Tosi per
Forza Italia.Nel centrosinistra nomi non ce ne sono ancora. Il
Veneto non pare contendibile per Elly Schlein e gli altri
partiti del campo largo. Il Pd ha aperto un tavolo con Alleanza
Verdi Sinistra, M5s, Veneto che vogliamo, +Europa, Partito
socialista su 5 punti programmatici. Bisognerà capire se - dopo
le aperture pro-Schlein di Matteo Renzi -anche Carlo Calenda,
con Azione, sarà interessato ad un 'campo largo veneto'.
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