Nel primo secolo d.C. una grande
statua raffigurante Diana o Afrodite abbelliva una ricca casa
privata, o un impianto termale di prima età imperiale. Una dea
riconoscibile per l'elaborata acconciatura dei suoi capelli, mai
utilizzata nelle raffigurazioni di comuni mortali, a rimarcarne
il carattere esclusivo. La sua testa in marmo greco, dopo
secoli, sarebbe stata rinvenuta in un campo agricolo in Toscana,
tra gli anni '50 e '60, ma il suo ritrovamento non è mai stato
denunciato alle autorità.
Dopo anni e lunghi viaggi la testa di Diana è stata infine
scoperta nella cantina di un'abitazione di Mestre, dall'ignaro
erede. Il cittadino ne ha denunciato il ritrovamento, il Comando
Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale del Nucleo di
Venezia ne ha rivelato i passaggi di mano, tutti per
ricettazione. E così è scattato il sequestro del bene, oggi di
proprietà dello Stato.
Oggi la testa di fattura romana, probabilmente di una bottega
del centro Italia, è stata consegnata dal Nucleo specialistico
dei carabinieri ai Musei archeologici di Venezia e della Laguna.
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