"E' dall'aprile 2013 che
promuoviamo nei confronti delle donne vittime di violenza
interventi di sostegno volti a consentire di ripristinare la
propria inviolabilità e di riconquistare la propria libertà, nel
pieno rispetto della riservatezza e dell' anonimato. Gli
interventi vedono in primo luogo il sostegno fornito ai centri
antiviolenza (e relativi sportelli) e case rifugio, luoghi non
giudicanti di accoglienza e protezione delle donne e relativi
figlie/e minori: nel 2024 sono stati riconosciuti e sostenuti
economicamente 25 centri antiviolenza con 34 sportelli e 37 case
rifugio, distribuiti in tutte le province". Lo ricorda
l'assessore al Sociale Manuela Lanzarin, rilevando le iniziative
della Regione Veneto in occasione della Giornata Mondiale contro
la violenza sulle donne.
"Nel 2024 - spiega Lanzarin - è stata finanziata l'apertura di
sportelli dei centri antiviolenza presso le Università pubbliche
venete per facilitare il contatto con il mondo studentesco e
prevenire episodi drammatici come il caso di Giulia Cecchettin".
La Regione ha così avviato un percorso di elaborazione di un
piano di informazione/comunicazione (per il biennio 2025-2026).
"Non solo - prosegue Lanzarin - ma abbiamo pensato di rivolgerci
anche agli uomini. Infatti, nell'ottica della prevenzione della
violenza e di riduzione del rischio di recidiva, la Regione ha
sostenuto l'attività dei centri per uomini autori di violenza".
"È in corso lo svolgimento una nuova edizione del progetto di
formazione del personale sanitario e socio-sanitario - ricorda -
in particolare operante nei Pronto Soccorso, al fine di
garantire alle donne un'accoglienza corretta e rispettosa anche
nei presidi di prima emergenza". La Regione dal 2018 ha anche
favorito la sottoscrizione di protocolli territoriali che
coinvolgono oltre alle Aziende sanitarie, altri enti tra cui i
Comuni, le Forze dell'Ordine, i centri antiviolenza e case
rifugio per facilitare il coordinamento dei diversi attori per
garantire una presa in carico delle donne, e relativi figli e
minori. "L'operato della Regione - precisa Lanzarin - si
conferma, quindi, orientato al rafforzamento e consolidamento
della rete territoriale antiviolenza". Nel 2023, i centri
antiviolenza e case rifugio: hanno avuto 7.142 contatti (6.009
nel 2022) mentre le donne prese in carico sono state 3.628
i(3.325 nel 2022). Nel 2023 in Veneto si è registrata una donna
"presa in carico" ogni 680 donne residenti (752 nel 2022) e i
nuovi casi di "donne prese in carico" sono stati 2.187.
Confrontando tale dato con il numero di 7.142 contatti, si può
stimare che circa un contatto su tre (30%) si traduce in una
effettiva presa in carico da parte delle strutture. 2.406 donne
prese in carico dai centri antiviolenza hanno dei/delle figli/e
e di queste 1.304 hanno figli/e minorenni. I figli e le figlie
minori complessivamente sono 1.885, di cui 123 vittime dirette
di violenza pari al 6,5% del totale, mentre i/le minori vittime
di violenza assistita sono 851, pari al 45,1% del totale. Le
donne accolte dalle case rifugio sono state invece 203 mentre
199 le figlie e i figli minori, per un totale di 402 ospiti, in
linea rispetto al 2022 quando erano state accolte
complessivamente 432 persone.
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