Il Veneto, secondo un'analisi
dell'Istat, presenta livelli elevati di benessere rispetto al
complesso delle province italiane valutate sugli 11 domini del
Bes dei territori. Considerando le distribuzioni di 64
indicatori provinciali in 5 classi di benessere relativo (bassa,
medio-bassa, media, medio-alta e alta) nell'ultimo anno
disponibile, il 50,3% delle misure colloca le province venete
nelle classi di benessere alta e medio-alta mentre il 25,5% le
colloca nelle classi bassa e medio-bassa (gli stessi valori
calcolati su tutte le province italiane sono rispettivamente del
41,8% e 35,6%). Nel confronto con le altre regioni del Nord-est
il Veneto ha un profilo simile all'Emilia-R. (con il 25,3% di
misure provinciali nelle due classi di coda e il 55,4% nelle
classi di testa). Friuli-V. G. e Trentino-A.A. presentano invece
profili migliori, risultando le regioni più favorite anche a
livello nazionale.
Verona si distingue per la quota maggiore di indicatori nelle
due classi di benessere più alte (57,8%) e per la quota minore
di indicatori nelle due classi più basse (17,2%). Anche Padova,
Vicenza e la città metropolitana di Venezia hanno percentuali
consistenti (oltre il 50%) nelle due fasce più elevate. Rovigo è
la più sfavorita, con il 39,1% delle misure nelle classi alta e
medio-alta (appena il 9,4% nella classe di testa) e il 40,6%
nelle classi bassa e medio-bassa.
Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, il quadro più
critico per le province venete emerge nel dominio Ambiente, con
il 49,2% degli indicatori provinciali nelle due classi di coda e
soltanto il 30,1% nelle due classi più alte. Lo svantaggio più
significativo riguarda l'impermeabilizzazione del suolo da
copertura artificiale che nel 2022 in Veneto è pari all'11,9%,
(7,1% in Italia). A eccezione di Belluno (2,8%), tutte le
province superano la media-Italia e il massimo è a Padova
(18,7%). Nello stesso anno la quota regionale di energia
elettrica prodotta da fonti rinnovabili sui consumi totali si
attesta al 21,3% (30,7% la media nazionale). Anche in ragione
della localizzazione e della capacità degli impianti, il
contributo di ciascuna provincia è molto differenziato, dall'11%
di Vicenza al 129% di Belluno, che rimane la provincia più
produttiva della regione. Infine, la dispersione dell'acqua
potabile dalle reti di distribuzione nel 2022, a livello
regionale, è pari al 42,2%, valore appena inferiore in confronto
alla media dei comuni italiani ma più critico del Nord-est
(37,2%); la maggiore dispersione si registra a Belluno (70,4%).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA