"L'Anno Santo che si apre sia
anche per noi l'anno della libertà dei figli di Dio. E come
avvenne anche per Giuseppe e per Maria, condotti da Gesù lungo
un percorso non facile e non immediatamente concepibile, anche
noi siamo sollecitati a compiere un cammino di crescita e
maturazione di fede e di speranza". Lo ha affermato il Patriarca
di Venezia, Francesco Moraglia, nell'omelia della celebrazione
per l'apertura del Giubileo, nella Basilica di San Marco.
La celebrazione è stata preceduta dalla processione della
croce, partita dalla vicina chiesa di San Zaccaria, e
dall'entrata nella cattedrale veneziana.
"A noi capita - ha ricordato Moraglia - di ridurre le parole
di Gesù, a manipolarle secondo quanto ci sembra vero, buono e
giusto, portandole al nostro livello, al livello della cultura
dominante. Insomma, siamo tentati di 'mondanizzare' la fede ed
anche la Chiesa, rendendola un'organizzazione umana con finalità
sociali in cui l'aggancio con l'unico Signore si riduce ad un
pretesto, o ad un ripiego. Dobbiamo, invece, avere la pazienza e
l'umiltà di non 'abbassare' le parole di Gesù e, piuttosto, di
lasciarci condurre da esse, crescendo nella loro accoglienza.
C'è tanto da purificare in noi, in molti e diversi ambiti: la
purificazione dell'intelligenza, della volontà, della memoria,
dello sguardo, della parola e delle varie forme di linguaggio,
arrivando anche a riscoprire il valore del silenzio", ha
concluso.
In Veneto analoghe celebrazioni hanno aperto il Giubileo
nelle diocesi della regione. Tra le iniziative, spicca quella di
Vicenza dove oltre 700 ministranti, bambini e bambine, hanno
riempito il presbiterio della Cattedrale nella celebrazione
presieduta dal vescovo Giuliano Brugnotto.
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