Dichiarazione di Marrakech. Una "Dichiarazione di Marrakech" è stata diffusa giovedì sera dalla Conferenza Onu sul clima Cop22, con gli impegni assunti da tutti i 196 stati partecipanti per l'attuazione dell'Accordo di Parigi sulla lotta al riscaldamento globale. La dichiarazione ribadisce gli impegni presi a Parigi per far fronte "alla sfida dell'emergenza climatica". Il documento cita il protocollo di Kyoto e Doha e definisce l'azione contro il riscaldamento globale come un processo "irreversibile": una risposta indiretta alle affermazioni del presidente americano eletto, Donald Trump, che ha definito il cambiamento climatico un "inganno" e ha minacciato di far uscire gli USA dall'accordo di Parigi. "Noi, in rappresentanza dei paesi sviluppati, riaffermiamo il nostro obiettivo di mobilitazione di 100 miliardi di dollari". La Carta auspica che "gli impegni entrino subito in vigore con gli obiettivi ambiziosi che si è posto l'Accordo di Parigi e nel segno dell'inclusione". La dichiarazione invita tutti alla "solidarietà nei confronti dei paesi più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici". "Questa è la conferma dell'impegno di Marrakech", ha commentato il ministro degli Esteri marocchino Salaheddine Mezouar, presidente di questa Cop22. "Questa dichiarazione è un punto di non ritorno, un passo avanti e deciso nell'era dell'azione, per lo sviluppo sostenibile. Un momento che è valso la pena celebrare. Questa conferenza sul clima ha raggiunto gli obiettivi, andando anche oltre le aspettative".
Italia si candida a Cop 2020. L'Italia contribuirà per 5 milioni di dollari a uno stanziamento da 75 milioni che i paesi ricchi hanno destinato ai paesi africani, per aiutarli a combattere il riscaldamento globale. Lo ha annunciato giovedì a Marrakech il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, al termine di una giornata di incontri per la Conferenza Onu sul clima Cop22. Per il ministro sono stati fatti progressi notevoli sul tema della trasparenza sull'utilizzo degli aiuti da parte dei paesi destinatari, lo scoglio maggiore nelle trattative di questa Conferenza. "Soddisfatti dei lavori di Marrakech, orgogliosi in particolare dei rapporti con i paesi africani", ha commentato Galletti, svelando che l'Italia si candida a ospitare la Conferenza Onu sul clima che si terrà nel 2020. Le riunioni di questa Cop22 sono state per Galletti positive, "per la determinazione a continuare sulla strada dell'impegno preso a Parigi e riaffermata qui, praticamente da tutti". Per il ministro sono stati fatti passi avanti "di riguardo" in direzione della trasparenza nell'utilizzo dei fondi per aiutare i paesi poveri a combattere il cambio climatico. I paesi donatori fanno resistenza a tirare fuori i soldi perché non hanno garanzie sull'utilizzo da parte dei riceventi. Questi ultimi dal canto loro non vogliono sottomettere le loro politiche interne a controlli dall'estero. "Non è facile parlare di trasparenza in paesi che non sono abituati a condividere dati o esperienze", ha commentato Galletti. Il lavoro per attuare l'Accordo di Parigi comunque sarà solo avviato a Marrakech: per il ministro "di qui al 2020 dovremo scrivere i decreti attuativi dell'accordo". Paese ponte per l'Europa, per Galletti "l'Italia è particolarmente sensibile alle migrazioni. Ora che abbiamo compreso la relazione tra politiche ambientali e flussi migratori, dobbiamo studiare le soluzioni. C'è chi pensa che basti alzare dei muri, ma le barriere possono al limite fermare gli uomini, non i cambiamenti climatici. Se non lo capiamo e in fretta, dovremo aspettarci 250 milioni di migranti ambientali entro il 2050".
Galletti, clima sul tavolo G7 Italia 2017. "Porteremo avanti la sfida di Parigi e lo faremo inserendo all'ordine del giorno del tavolo del G7, che presiederemo nel 2017, proprio la lotta ai cambiamenti climatici". È l'impegno che il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha preso giovedì a Marrakech alla riunione plenaria della Conferenza Onu sul clima Cop22.
Rapporto, Italia "rimandata" su Parigi. Sei paesi del G20 bocciati sulle misure per attuare l'Accordo di parigi sul clima e altrettanti rimandati. Fra questi ultimi, c'è anche l'Italia. Lo sostengono gli studi del Grantham Research Institute on Climate change e del dipartimento sugli studi ambientali della London school of Economics. Insieme, a Marrakech, a margine della Conferenza Onu sul clima, hanno presentato un'analisi impietosa. Il report, intitolato "Valutazione della consistenza delle azioni nazionali di mitigazione nel G20 rispetto all'Accordo di Parigi', è uno studio che mette sul tavolo quel che è stato fatto fin qui dai paesi e quello che si propongono di fare. Argentina, Australia, Canada, Arabia Saudita, Turchia e Usa hanno fallito nell'affrontare le linee guida per l'azione climatica dettate dall'accordo di Parigi. Sono indietro e dunque hanno bisogno di più tempo per realizzare gli obiettivi. In più mancano della legislazione di base per procedere. I sei paesi 'bocciati' mancano di leggi quadro o di regolamenti sui cambiamenti climatici e hanno bisogno di spostare gli obiettivi dai piccoli settori economici a un raggio più ampio. Quanto ai rimandati, sono sei e sono sempre paesi del G20. Brasile, Cina, Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna, con l'Unione Europea considerata come unico blocco, hanno fatto meno di quel che dovevano, rimanendo al di sotto dei target fissati a Parigi. Per esempio l'Italia deve aggiornare gli obiettivi di riduzione delle emissioni e programmarne di più ambiziosi per il 2030.
Realacci, si va verso accordo. "Le cose vanno per il verso giusto, non ci sono nottate, trattative convulse o scontri che possono far saltare l'accordo". Così il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci (PD) descrive giovedì in un comunicato l'andamento dei lavori alla Conferenza Onu sul clima Cop22 di Marrakech, alla quale partecipa. "Ci sono certo nodi da sciogliere - spiega Realacci - a partire dalla definizione di una strategia di adattamento chiesta con forza degli Stati Africani, che aiuti i paesi che sono maggiormente sotto stress per i mutamenti climatici. C'è invece intesa per quanto riguarda la riposta a chi temeva che le dichiarazioni di Trump potessero indebolire la prospettiva. Su questo c'è consenso unanime, c'è la volontà di portare avanti gli accordi, intenzione espressa non solo dai grandi paesi, ma da tutti". "Il problema che abbiamo davanti è quello di passare dalla fase negoziale a quella operativa - aggiunge Realacci -. Oggi si è avuta una ulteriore conferma della determinazione degli Stati Uniti ad andare avanti. Il rappresentante americano ha detto che lui non crede che Trump abbia lo spazio per tornare indietro: non solo per gli impresi a livello internazionale, ma anche perché c'è un'economia green che spinge. Ha ricordato che negli USA le fonti rinnovabili danno da sole lavoro a due milioni e mezzo di posti di lavoro".
Cina a Trump, negoziati su clima avviati da Reagan. "Se guardate alla storia dei negoziati sul cambiamento climatico, in realtà furono avviati dall'IPCC (l'organismo dell'Onu sul clima, n.d.r.) col sostegno dei Repubblicani durante le amministrazioni di Reagan e di Bush padre alla fine degli anni Ottanta". Lo ha detto giovedì a Marrakech all'agenzia Bloomberg il viceministro degli Esteri cinese, Liu Zhenmin, commentando l'affermazione in campagna elettorale del presidente eletto Usa Donald Trump, secondo il quale il riscaldamento globale sarebbe un inganno dei cinesi per danneggiare la competitività dell'industria americana. Liu si trova a Marrakech per la Conferenza Onu sul clima Cop22.
Kerry, americani sanno che cambio clima è reale. "La maggioranza degli americani sa che i cambiamenti climatici sono reali e vuole mantenere gli impegni presi con il Pianeta". Lo ha detto mercoledì il segretario di stato Usa, John Kerry, parlando alla Conferenza Onu sul clima di Marrakech (Cop22). "Il mondo è più unito che mai - ha aggiunto Kerry -. Non solo accetta la sfida, ma vuole mantenere gli impegni presi a Parigi". "Sono ottimista per i mercati, per gli impegni che il mondo del business ha assunto e che costringeranno i politici a raggiungere gli obiettivi - ha aggiunto Kerry -. Investire in energia pulita è una scelta di senso economico. Nessuna nazione potrà fare meglio, se resta fuori".
Cina, rispettare impegni per costruire fiducia. "Tutte le parti devono accelerare il mantenimento dei loro impegni per il periodo pre-2020, per costruire una reciproca fiducia come base per la realizzazione a partire dal 2020 dell'Accordo di Parigi e il miglioramento delle misure". Lo ha detto mercoledì il rappresentante speciale della Cina per il cambiamento climatico, Xie Zhenhua, intervenendo alla Conferenza Onu sul clima di Marrakech Cop22. Lo riferisce l'agenzia Xinhua. "I paesi sviluppati devono rivisitare è aumentare le loro ambizioni per la riduzione delle emissioni - ha proseguito Xie -. Devono mantenere i loro impegni verso i paesi in via di sviluppo nei settori della finanza, della tecnologia e della capacità produttiva".
Ue, impegno Ue irreversibile. "Il nostro impegno per questo accordo oggi è come a Parigi: irreversibile e non negoziabile. Anche se stiamo entrando in acque sconosciute, vi assicuro che l'Unione europea starà salda su un terreno traballante". Lo ha detto mercoledì il commissario Ue a Clima ed Energia, Miguel Arias Canete, nel suo intervento alla Conferenza Onu sul clima Cop22 di Marrakesh. "Siamo qui per difendere l'accordo di Parigi e trasformarlo in azione", ha aggiunto Canete. Per questo, ha continuato, "il mondo può contare sull'Unione europea, per continuare a guidare il lavoro per far fronte a una delle maggiori sfide dei nostri tempi". "L'Ue ha i target più ambiziosi di riduzione delle emissioni", ha concluso il commissario, e "sta adottando tutta la legislazione necessaria".
Legame inquinamento-salute. Per la prima volta, a Marrakech, la relazione tra cambiamenti climatici e salute è stata messa nero su bianco. Con la Declaration of Marrakech for Health, Environment and Climate Change, sottoscritto da 15 ministri di salute e ambiente di tutto il mondo, il legame stretto tra inondazioni e malaria, per esempio, viene ufficialmente riconosciuto e può essere d'ora in poi monitorato, studiato, preso in carico per finanziare progetti di risanamento e aiuti. "L'epidemia di Zika è strettamente correlata ai cambiamenti climatici - ha commentato mercoledì a Marrakech il vicedirettore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Flavia Bustreo -. E ancora, le zanzare vettori di malaria oggi sopravvivono ad altezze sul livello del mare molto più elevate rispetto a dieci anni fa, come gli altopiani dell'Etiopia e del Kenya, dove la malaria non era più presente da molti anni". Secondo i dati diffusi dall'OMS, i cambiamenti climatici rappresenteranno la più grande minaccia per il mondo in questo secolo e sono all'origine della morte di 12,7 milioni di persone ogni anno.
Da paesi ricchi aiuti per 23 milioni di dollari. L'Italia e altri paesi industrializzati hanno annunciato mercoledì alla Conferenza Onu sul clima di Marrakech (Cop22) di aver stanziato 23 milioni di dollari per aiutare i paesi più poveri a lottare contro il riscaldamento climatico. I paesi che contribuiranno, oltre all'Italia, sono Canada, Danimarca, Ue, Germania, Giappone, Corea, Svizzera, USA. I fondi andranno al CTCN, Climate Technology Centre and Network, struttura tecnica delle Nazioni unite che realizza progetti sul clima, nell'ambito dell'accordo di Parigi. Quando i paesi in via di sviluppo hanno bisogno di raggiungere obiettivi ambientali, il CTCN interviene con i suoi oltre 230 centri tecnologici affiliati, 11 istituzioni partner e una rete di oltre 200 ong.