KATOWICE - Se tutti i governi si limiteranno ai loro attuali obiettivi climatici, "largamente insufficienti, il mondo vedrà un aumento medio della temperatura di 3 gradi centigradi entro il 2100, il doppio del limite di 1,5 concordato a Parigi tre anni fa". E' quanto indica l'aggiornamento annuale del Climate Action Tracker, un'analisi scientifica indipendente che dal 2009 misura gli impegni dei governi contro il riscaldamento globale consegnata oggi alla Conferenza mondiale sul clima a Katowice in Polonia (Cop24).
L'analisi - fatta da un consorzio di tre organizzazioni di ricerca Climate Analytics, Ecofys - Experts in Energy e NewClimate Institute - , osserva che tuttavia, ci sono stati dei progressi sul campo dal 2015 con l'Accordo di Parigi. Le politiche governative sono in ritardo rispetto ai loro impegni, e così si viaggia verso un riscaldamento di 3,3 gradi, spiega il rapporto, aggiungendo che se i governi dovessero implementare le politiche pianificate o aggiungerne altre in cantiere, il riscaldamento sarà limitato a 3 gradi entro il 2100.
"Due mesi fa il mondo ha ricevuto un messaggio forte dalla comunità scientifica - che è possibile mantenere il riscaldamento entro l'aumento di 1,5 gradi. Ma dobbiamo ancora vedere cosa i governi sono disposti a mettere sul tavolo", ha affermato Bill Hare, Ceo di Climate Analytics.
Dal 2015 il Cat ha riscontrato miglioramenti nella riduzione delle emissioni soprattutto in Argentina, Canada, Cile, Costa Rica, Etiopia, Ue, India e Marocco. Al contrario, "ci sono alcuni governi che ritardano i progressi globali come Australia, Brasile, Indonesia, Russia, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, e molti di questi paesi stanno iniziando a vedere la realtà degli impatti dei cambiamenti climatici" ha detto Yvonne Deng di Ecofys.
Le emissioni della Cina "sono aumentate in modo preoccupante per il secondo anno consecutivo" e le "elezioni del Brasile hanno portato una preoccupazione globale".