Si allarga il problema dei Pfas in Italia. L'inquinante, in una categoria di nuova generazione, la c6o4, è stato trovato dall'agenzia Arpav nel fiume Po, quindi la contestata Miteni, l'azienda (ora fallita) di Trissino dalla quale era nato il caso in Veneto stavolta non c'entra. Il governatore veneto Luca Zaia rilancia la palla al Governo. La questione è nazionale, dice il governatore, non può essere racchiusa alle province di Vicenza, Verona e Padova.
Non essendovi limiti europei e nazionali, per motivi precauzionali il gestore della rete idropotabile 'Acque Venete' ha già ordinato nuove batterie di filtri. Intanto l'ultimo rapporto con i dati dello screening avviato nella popolazione delle zone coinvolte conferma che concentrazioni di Pfas sono state riscontrate anche nei bambini, seppur in misura inferiore ai soggetti adulti.
Il direttore dell'Area Tutela e Sviluppo del Territorio della Regione Veneto, Nicola Dell'Acqua, ha inviato una lettera ai colleghi di Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna per comunicare i riscontri dell'Arpav sulla significativa presenza di C6O4 nelle acque del fiume Po. Si tratta di una sostanza che appartiene alla famiglia dei composti delle meglio note sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), completamente artificiale. Dell'Acqua, che riveste anche il ruolo Commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione Civile in conseguenza della contaminazione da Pfas delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova, nella comunicazione sottolinea che la presenza in concentrazione anomala dei C6O4 nel Po viene segnalata in quanto non può pervenire dal sito inquinato della ditta Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, che in Veneto rappresenta il luogo di maggiore concentrazione di sostanza Pfas a livello regionale.
La comunicazione avviene, sottolinea la Regione Veneto, in assenza di limiti nazionali in materia, pur nella consapevolezza che si tratta di un campanello d'allarme che merita attenzione anche nelle altre regioni attraversate dal fiume Po. Il Veneto ha posto nuovi livelli riferimento per i parametri Pfas nelle acque destinate al consumo umano da ottobre 2017, ponendo come limite zero Pfas. Il direttore dell'Area Tutela e Sviluppo del Territorio della Regione Veneto ha concluso la missiva offrendo disponibilità ai colleghi nel fornire ulteriori dati e dettagli relativamente ai rilievi di Arpav.
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