Nel 2023 l'attività economica nelle
Marche si è progressivamente indebolita registrando una crescita
del +0,6% ma con un'intensità inferiore a quella nazionale
(0,9%), secondo un nuovo indicatore Regio-coin elaborato dalla
Banca d'Italia; e dalle informazioni dei primi mesi del 2024,
non si delinea un recupero dell'attività economica ma una
stabilità della situazione congiunturale rispetto alla fine
dello scorso anno. E' il quadro dell'economia marchigiana
secondo il Rapporto annuale della Banca d'Italia presentato oggi
nell'auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona. Sul
rallentamento, secondo Bankitalia, hanno influito la debolezza
della domanda interna, penalizzata dalla perdita di potere
d'acquisto delle famiglie, ed estera con la perdurante
incertezza del contesto geopolitico.
Tenendo conto del possibile calo delle forza lavoro, connesso
con le previsioni demografiche, ha spiegato Alfredo Bardozzetti,
responsabile ufficio analisi economica della sede di Ancona
della Banca d'Italia diretta da Maurizio Cannistraro, "per le
Marche come per il Paese sarà molto importante vincere la sfida
della crescita della produttività e della sostenibilità,
promuovendo un contesto a ciò favorevole, attraverso la
diffusione dell'innovazione tecnologica e la realizzazione del
potenziale di crescita delle imprese".
La flessione nel 2023 ha riguardato l'attività industriale e
soprattutto le piccole realtà mentre, per gli investimenti, la
crescita contenuta deriva dalle aziende più grandi. Il
terziario, dopo il recupero post pandemia, ha perso slancio
mentre il turismo ha incrementato le presenze che avevano già
valori elevati. Un rallentamento ha interessato anche il settore
costruzioni che, nonostante un volume in salita, denota
un'espansione meno robusta del 2022: in ogni caso si iniziano a
registrare gli effetti dei cantieri avviati o completati con i
fondi del Pnrr.
Al debole andamento dell'attività economica si è accompagnato
quello dell'occupazione la cui dinamica, lievemente positiva, è
stata sensibilmente inferiore a quella nazionale (+0,3% rispetto
al +2,1%); persistono le difficoltà delle imprese nel reperire
manodopera con un'offerta di lavoro contratta anche per il calo
della popolazione in età di lavoro. Altro elemento negativo è
stata l'erosione del reddito disponibile loro delle famiglie
cresciuto del 4,5% nel 2023 ma di fatto diminuito dello 0,7% per
effetto dell'alta inflazione. La galoppata dei prezzi si è
progressivamente attenuata lo scorso anno scendendo sotto l'1%.
Per completare un quadro a tinte fosche, prestiti bancari
fortemente ridotti nel 2023: tra le componenti che hanno
contribuito al rallentamento il calo dei mutui di famiglie per
l'acquisto di case, frenati dall'aumento dei tassi, ma anche dal
minor fabbisogno finanziario per investimenti da parte delle
imprese e dalla minore convenienza di rinnovare i debiti in
scadenza per la maggiore onerosità.
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