La protesta dei trattori, in rappresentanza del settore dell'agricoltura e della pesca, è iniziata anche a Pesaro, per chiedere al governo maggiori tutele per la categoria ed il loro prodotto, affinché il mercato italiano ed i suoi standard qualitativi italiani non vengano danneggiati ulteriormente dai prodotti importati da Stati esteri.
Questa mattina, intorno alle ore 8.30, è iniziato il raduno dei mezzi nello stesso luogo scelto l'anno scorso: il terreno frontale al casello autostradale.
"Basta a prodotti importati e spacciati per italiani", recita un cartello posizionato davanti a uno dei trattori fermi nell'area adiacente al casello A14.
Dopo il raduno poi, intorno alle ore 14, è iniziato il corteo dei mezzi in direzione mare, per raggiungere la Palla di Pomodoro, in piazzale della Libertà. In totale, presenti alla protesta circa 150 trattori. La manifestazione proseguirà fino a sabato. Gli agricoltori, fino ad allora, stazioneranno all'altezza del casello. Oltre al corteo sono previste inoltre altre iniziative. Martedì infatti si terrà un dibattito tra gli agricoltori e i sindaci del territorio.
Giovedì ci sarà invece un corteo intorno alle 20, aperto anche ai cittadini che si vorranno unire alla manifestazione degli agricoltori. Il corteo si ripeterà anche venerdì. Infine, sabato gli agricoltori stazioneranno, assieme ad una decina di trattori, in piazza del Popolo, con un presidio statico per incontrare i cittadini ed informarli delle loro motivazioni.
Nella stessa mattinata consegneranno poi un documento, inerente la protesta, al Prefetto di Pesaro-Urbino.
"Contestiamo tutti i prodotti che non hanno i nostri disciplinari e che vengono importati da altri Stati - spiega Lorenzo Ferri Marini, agricoltore e presidente del comitato Orgoglio Agricolo - quei prodotti, negli stessi Stati di produzione, non vengono somministrati nemmeno agli animali, mentre in Europa arrivano sulle nostre tavole - afferma - questo avviene perché la comunità europea consente a prodotti come il grano di avere parametri molto più elevati".
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