Quando poco prima delle 18 di ieri la Iuventa è entrata nel porto di Trapani, proveniente da Lampedusa, qualche curioso ha pigramente scattato una foto, più per imitazione che per vero interesse, vista la piccola folla di giornalisti e operatori che aspettava la nave sequestrata due giorni fa nell'isola delle Pelagie per ordine del Gip di Trapani. La procura del capoluogo più a occidente della Sicilia, infatti, sta indagando sull'attività della nave battente bandiera olandese, utilizzata dalla Ong tedesca Jugend Rettet per il soccorso di migranti nel Canale di Sicilia.
Ora è ormeggiata parallelamente alla banchina. Il vecchio peschereccio - risistemato attraverso una colletta on-line da 16 ragazzi tedeschi intenzionati a salvare vite in mare, tutti sotto i trent'anni - è protagonista di un documentario di prossima uscita che ripreso l'imbarcazione in condizioni del tutto diverse dall'assolato riposo in un porto per vacanzieri. La Ong, che rigetta le contestazioni mosse dalla procura, sottolinea che nella zona Sar in cui operava, "negli ultimi due giorni sono stati recuperati otto cadaveri di migranti. Il sequestro della nostra nave ci impedisce di lavorare in quell'area. In questa situazione difficile le parole gentili e l'aiuto pratico dai nostri sostenitori ci danno molto forza". E intanto il legali della Ong stanno lavorando per preparare la difesa: "Chiederemo la restituzione del bene - dice l'avvocato Leonardo Marino, del Foro di Agrigento -. Siamo nella fase embrionale e al momento non sappiamo di indagati. Difendo il rappresentante della Ong, una donna, che era sulla Iuventa e che tecnicamente non è indagata: le è soltanto stato notificato il decreto di sequestro preventivo". La procura individua tre episodi avvenuti il 19 settembre 2016 e altri due il 18 giugno 2017. Nel primo la Iuventa avrebbe preso a bordo 140 migranti, poi trasbordati sulla Vos Hestia di Save the Children e giunti a Trapani il 12 settembre; dopo il soccorso, due scafisti si sarebbero allontanati verso le coste libiche.
Gli altri due episodi si sarebbero svolti a distanza di poche ore l'uno dall'altro: dopo un'operazione di soccorso l'equipaggio della Iuventa avrebbe riconsegnato tre barche ai trafficanti; una di queste, fotografata da un poliziotto sotto copertura dalla nave Von Hestia, sarebbe stata riutilizzata dagli scafisti il 26 giugno successivo. Infine, sempre nello stesso giorno, a seguito di un incontro tra trafficanti ed equipaggio della Ong tedesca, un gruppo di migranti sarebbe stato portato a bordo della nave, come se l'operazione fosse stata concordata. Attraverso i documenti a bordo della nave sequestrata, la procura potrebbe risalire al nome delle persone che in quei giorni si trovavano a bordo della Iuventa.
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