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La Corte Suprema boccia Biden sul debito degli studenti

La Corte Suprema boccia Biden sul debito degli studenti

Respinta cancellazione.Colpo pure a diritti Lgbtq.Ira del leader

NEW YORK, 30 giugno 2023, 19:39

Serena Di Ronza

ANSACheck

Joe Biden - RIPRODUZIONE RISERVATA

Joe Biden - RIPRODUZIONE RISERVATA
Joe Biden - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Corte Suprema boccia il piano di Joe Biden per cancellare il debito universitario a 40 milioni di americani e infligge un duro ai diritti Lgbtq schierandosi con una web designer del Colorado che rifiuta di offrire i suoi servizi per le nozze gay. Nell'ultima giornata prima della pausa estiva, i saggi americani con altre due sentenze storiche continuano a 'riscrivere' sotto la lente conservatrice le norme, portando - secondo i critici - l'America indietro di decenni in termini di diritti.


    Dopo l'abolizione dell'affirmative action, con la quale la razza non può più essere considerata un requisito per l'ammissione al college penalizzando le minoranze, la Corte Suprema ha rigettato il piano di Biden per cancellare 400 miliardi di debito studentesco decretando che l'amministrazione non ha l'autorità di portare avanti una misura così onerosa senza il consenso del Congresso. Una decisione che ha scatenato l'ira della Casa Bianca: il presidente ha convocato subito il suo staff ed è già al lavoro su misure alternative per aiutare milioni di giovani. Bollando la decisione della Corte come "impensabile", il presidente ha assicurato: "La battaglia non è finita". Per Biden comunque la sentenza è un duro colpo alle ambizioni elettorali, considerato che la cancellazione del debito - un macigno dal valore complessivo di 1.780 miliardi di dollari - è vista come una misura per corteggiare gli elettori più giovani, quelli più scettici alla sua candidatura al 2024. I repubblicani esultano alla bocciatura della Corte Suprema: il piano di Biden "è fuori legge. L'87% degli americani senza debiti studenteschi non sarà costretto a pagare per il 13% che ne ha", ha detto trionfante lo speaker della Camera Kevin McCarthy. Dietro le quinte però i repubblicani sono preoccupati dalla possibilità che la sentenza, così come quella sull'aborto dello scorso anno, possa rivelarsi un boomerang alle urne.
    Dall'alta corte americana è arrivato anche un nuovo colpo ai diritti Lgbtq. I saggi - con 6 voti a favore, quelli della maggioranza conservatrice, e tre contrari - hanno dato ragione alla web designer cristiana del Colorado che rifiuta i suoi servizi per le nozze gay contravvenendo alle leggi dello stato.


    Per la Corte Suprema la donna, Lorie Smith, ha il diritto di violare le norme statali sulla base del Primo Emendamento. La sentenza rischia di tradursi in "più discriminazioni" in quanto indebolisce le tutele per gli americani, ha avvertito Biden.
    L'ex vicepresidente e candidato alla Casa Bianca Mike Pence invece si è detto soddisfatto in quanto la decisione difende la libertà religiosa.


    Nell'ultima giornata di decisioni prima della pausa estiva è andato di nuovo in scena alla Corte Suprema lo scontro ormai plateale fra la maggioranza conservatrice e la minoranza liberal. Nell'esprimere la sua contrarietà alle decisioni della maggioranza, i tre giudici liberal hanno abbandonato la tradizionale formula 'I respectfully disagree', limitandosi a un conciso 'I disagree'. E il dissenso è stato palese per tutte e due le decisioni. "E' una giorno triste per la legge costituzionale americana e per le vite Lgtbq", ha detto il giudice Sonia Sotomayor leggendo ad alta voce il suo dissenso, sottoscritto anche da Sonia Kagan e Ketanji Brown Jackson, sulla sentenza della web designer. "La Corte Suprema, per la prima volta nelle sua storia, garantisce alle attività pubbliche il diritto costituzionale di rifiutare servizi a una classe protetta", ha aggiunto Sotomayor. Il giudice Kagan, nominata da Barack Obama, ha usato parole altrettanto dure sulla bocciatura del piano Biden per gli studenti. La Corte - dice - ha prevaricato il suo "ruolo limitato nella governance del paese" già nel decidere di accettare il caso, e si è spinta anche oltre con la sua decisione. "La Corte si sostituisce al Congresso e al ramo esecutivo facendo politica nazionale" sulla cancellazione del debito, ha aggiunto. La battaglia è destinata a continuare il prossimo anno, quando le Corte si esprimerà su un altro tema chiave quello del Secondo Emendamento. 

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