"A questo punto noi daremo il nostro contributo alla Turchia per salvare esseri umani. E faremo ogni sforzo per salvare vite umane nel Mediterraneo: abbiamo salvato, e continueremo a farlo, migliaia di vite mentre l'Europa si girava dall'altra parte. Prima del patto di stabilità c'è un patto di umanità". Così il premier Matteo Renzi annuncia il via libera al contributo italiano per la Turchia.
"Noi pensiamo che tutti i migranti siano uguali. Pensare di considerare in modo diverso le spese per salvare i bimbi eritrei mi sembra assurdo, solo una perversione burocratica. Ma noi, nonostante i professionisti della polemica provino a rilanciare ancora da Bruxelles come se ci fossero vite di serie A e di serie B non cadiamo in provocazioni", ha replicato Renzi all'Ue.
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"Le cose sono cambiate. Le riforme sono leggi e dopo tre anni di recessione è tornato il segno più nei fondamentali economici. Possiamo tornare a fare il nostro mestiere, dunque. E il nostro mestiere è guidare l'Europa, non andare in qualche palazzo di Bruxelles a prendere ordini": lo scrive Matteo Renzi nella enews. "L'Italia - dice ancora - per anni aveva un debito morale con le istituzioni europee, e io dico soprattutto con i propri concittadini, perché parlava di riforme che non riusciva a realizzare".
"Siamo ancora qui", le "sfiducie non sono passate" e "in Senato ho dovuto contenermi, mantenendo un certo ruolo istituzionale e non potendo dire tutto quello che avrei voluto dire": si chiude con questo "pensierino della sera" l'eNews di Matteo Renzi, sottolineando che le "opposizioni perdono pezzi" da sole quando attaccano "a testa bassa" ignorando la realtà: "Il disfattismo non paga".
"Siamo ancora qui. Nel senso che la mozione di sfiducia - anzi, le mozioni di sfiducia, perché ne hanno fatte due, non badano a spese quelli dell'opposizione - non è passata. Non sono passate. In Senato ho dovuto contenermi, mantenendo un certo ruolo istituzionale e non potendo dire tutto quello che avrei voluto dire: ma per chi ha un quarto d'ora di tempo da perdere, qui - scrive Renzi inserendo il link del suo intervento - c'è il video. Con le risposte alla tante polemiche strumentali e sterili di queste settimane sulle banche e sul Governo". "Nel frattempo, a ogni voto in Senato, i numeri delle opposizioni diminuiscono. Credo sia il segno più evidente del fatto che la tecnica di spararla grossa, di fare polemica per il gusto della polemica, di attaccare a testa bassa a livello personale ignorando la realtà non soltanto non funziona. Ma è controproducente. Ogni volta che si vota in Parlamento, le opposizioni perdono pezzi, senza che noi facciamo niente. Fanno tutto da soli, è incredibile. Il disfattismo non paga, prima o poi se ne accorgeranno anche loro. Ma non c'è fretta: loro pensino pure alle varie macchine del fango, noi pensiamo all'Italia", conclude Renzi.
Poi ancora: "Noi investiamo sull'Africa perché pensiamo che sia doveroso per il nostro posizionamento geografico e geopolitico. Se vogliamo combattere la povertà, sradicare il terrorismo, affermare valori condivisi l'Africa oggi è la priorità. E dopo anni di assenza, l'Italia ci deve essere": così Renzi, nella sua enews agli iscritti del Pd, spiegando la sua missione in Nigeria, Ghana e Senegal.
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