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L'analisi / 25 maggio: massimo riserbo del Colle, in gioco il futuro della legislatura

Ore difficilissime per tutti. A partire dal presidente della Repubblica che si trova in perfetta solitudine alle prese con un dilemma lacerante

Fabrizio Finzi ROMA

Ore difficilissime per tutti. A partire dal presidente della Repubblica che si trova in perfetta solitudine alle prese con un dilemma lacerante, che va oltre il braccio di ferro ormai palese con Matteo Salvini sul nome di Paolo Savona all'Economia. In gioco c'è la legislatura e forse anche le prerogative presidenziali. E tutto è ancora in bilico. Dopo che la Lega ha fatto sapere "urbi et orbi" che è pronta a non dare la fiducia al "governo Conte" se non ci sarà il nome di Paolo Savona, Sergio Mattarella si è consultato a lungo con il premier incaricato e lo ha invitato ad andare avanti con la mediazione.

Perché Paolo Savona, confermano fonti parlamentari, non va proprio bene. E forse ci sono dubbi anche per altri ministeri, raccontano dalle parti della Lega. Una mediazione che rischia però di strangolare il professore di diritto privato visto che le stesse fonti hanno ribadito che Matteo Salvini è irremovibile. O Savona o il voto. Il Quirinale si è stretto in un riserbo impenetrabile facendo solo sapere che l'incontro con Conte era del tutto informale, che non era per formalizzare la lista dei ministri e che il premier incaricato si è congedato senza dargli una data di ritorno. Ce n'è abbastanza per capire che la crisi si è avvitata pericolosamente e, come nei mari caraibici, la tempesta è arrivata senza preavviso. Su Mattarella, su Conte ed anche su Luigi Di Maio. Il capo politico dei Cinque stelle ha tenuto un profilo bassissimo tutta la giornata, stretto tra il timore che il capo dello Stato possa mandare all'aria le carte e il suo "socio" Salvini virare verso le elezioni in caso di scarso sostegno dal Movimento. Sarà una notte difficilissima per tutti. Per Giuseppe Conte alle prese con la sua coscienza e la sua costruenda autonomia (difficile dire se dal presidente o da Salvini); per Luigi Di Maio che pur avendo preso il 32 per cento dei consensi sembra aver perso il timone della barca; e per il presidente che sta valutando con il bilancino i pro e i contro di ogni sua mossa. Tutte rischiose per il Paese, tutte rischiosissime per la sua figura e per il suo prossimo futuro.

Che fare? Accettare alla fine l'indigesto Savona per non tornare a elezioni rischiosissime? Oppure tenere duro fino alla fine come se fosse una partita di poker e andare a "vedere" se quello di Salvini è un bluff? Avrà veramente il coraggio poi alle Camere, la Lega, di bocciare un esecutivo giallo-verde solo perchè manca un nome a cui teneva Salvini? Oppure, avrà il coraggio Mattarella di rischiare il tutto per tutto perchè in quella lista c'è un nome che lo preoccupa e che spaventa l'Europa? Mentre la notte si spera foriera di moderazione c'è da registrare l'impennata dello spread e il forsennato attacco della stampa tedesca all'Italia. "Italia scroccona", titola con violenza gratuita lo Spiegel mentre la Faz pubblica una vignetta dal sapore mortuario con il dottor "peste" e il dottor "colera", cioè Salvini e Di Maio, che spingono una barella con un'Italia malata. Eccessi di cattivo gusto che non possono che alimentare i sentimenti anti-tedeschi che, mai come oggi, andrebbero invece smorzati.

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