Dopo una mattinata convulsa passata tra telefonate e riunioni con il suo staff Sergio Mattarella ha rotto gli indugi convocando Giuseppe Conte al Quirinale. E' il primo passo formale per l'incarico (più difficile un pre-incarico) che apre la strada concreta alla formazione di un nuovo Governo.
Dopo aver letto i giornali italiani ed esteri, aver valutato con estrema attenzione i rilievi fatti al curriculum del professore di diritto privato, il presidente della Repubblica ha rotto gli indugi, non prima di farsi confermare ancora una volta da Matteo Salvini e Luigi Di Maio la volontà di puntare ancora su Conte dopo il clamore suscitato da alcune aggiuntine non ortodosse al suo lungo curriculum.
Complice uno spread in lenta ma costante salita il capo dello Stato ha deciso che era inutile perdere altro tempo e ha constatato che il professore gode di una maggioranza parlamentare, seppure molto stretta al Senato. D'altronde il Quirinale aveva già digerito la figura dello sconosciuto Conte, giudicata sin dall'inizio appena sufficiente - non per il profilo personale ma per lo standing internazionale - ed aveva approfondito la riflessione dopo il clamore mediatico sul curriculum.
Di certo Mattarella per giorni ha vagliato l'impianto generale che c'è dietro la soluzione Conte. Soppesando i pro e i contro e valutando se fossero possibili altri scenari oltre il ritorno alle elezioni. Accertato che l'accordo tra Salvini e Di Maio non prevedeva una terza via o candidati premier alternativi il presidente ha pensato che fosse meglio chiudere questa partita in fretta.
Questa partita, infatti. Perchè da domani se ne aprirà un'altra determinante per la formazione del Governo. La composizione della lista dei ministeri è infatti ancora un rebus. Certamente Conte e Mattarella dovranno lavorare in stretto contatto per definire una squadra che appare largamente già costruita all'esterno da Lega e Movimento Cinque stelle. Prevedibile che ora il capo dello Stato darà corpo e pesa alle sottolineature espresse nelle scorse settimane. Paletti chiari piantati dal Colle sulla politica estera, il rispetto dei Trattati, anche economici, e degli accordi internazionali. Temi fondamentali che impattano principalmente su tre ministeri: Esteri, Difesa e Economia.
E proprio sull'Economia si annuncia battaglia: la Lega insiste sul nome di Paolo Savona, economista esperto e capace che però da anni ha virato su posizioni fortemente critiche su Unione e Euro. Ecco perchè l'incontro tra il presidente e Giuseppe Conte diventa sostanziale e non formale. Si tratta del primo contatto tra i due e Mattarella vorrà sondare la determinazione del giurista a osservare i principi sanciti dalla Costituzione. Articolo 92: "il Governo è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri". Articolo 95: "il Presidente del Consiglio dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri...". In soldoni vaglierà il grado di autonomia e autorevolezza che il professor Conte può esprimere.